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Regionali 2024, la riflessione di Camillo D’Amico

La campagna elettorale per le prossime elezioni regionali del 10 Marzo prossimo prosegue stancamente, con molta presenza sui social dei candidati dei vari partiti in competizione, ma si riscontra poca presenza nel territorio.
Si avverte un preoccupante disinteresse tra i cittadini che si è manifestato anche negli ultimi sondaggi pubblicati dove, al di là di una differenza relativa tra i due candidati Presidenti – Governatori, è l’alta percentuale di indecisi che rappresenta il ‘partito’ di maggioranza assoluta superando abbondantemente il 50%. Non è uno scenario allegro e rassicurante.
La speranza è che in questi ultimi 10 giorni il dibattito si accenda su temi di vero interesse dei cittadini così da rendere più viva la partecipazione e suscitare una successiva ampia e democratica partecipazione al voto.
Annoto con particolare tristezza la totale assenza nel dibattito politico in corso di alcuni temi che si elevano come ragioni della protesta ancora in corso da parte degli operatori agricoli.
Va evidenziato che la protesta in corso, di carattere sovranazionale, è completamente sfuggita di mano dal controllo delle Organizzazioni Professionali Agricole perché è partita dal basso e fuori dalle stanze di dirigenti sindacali ad ogni livello.
La protesta ha il suo punto di forza nel fatto che sta trovando sempre più un crescendo di interesse, nel merito delle ragioni, nella pubblica opinione tanto che le Istituzioni, soprattutto l’Unione Europea, sono state costrette a correre ai ripari per mettere delle ‘pezze a colori’ su scelte precedenti che hanno visibilmente e materialmente danneggiato l’ operosa azione degli agricoltori che sono i primi e veri custodi dell’ambiente e del territorio.
Le risposte sinora avute sono largamente insufficienti rispetto  alle richieste del mondo agricolo ed alle esigenze dell’ intero comparto che necessita di politiche di tutela delle filiere produttive, di sostegno alla remunerazione del lavoro, di contenimento dei costi di produzione.
Il limite della protesta sta nelle tante divisioni interne sia nel trovare una sintesi rappresentativa che darsi delle precise priorità rivendicative. Il dibattito in corso per le elezioni regionali d’ Abruzzo sta palesemente ignorando questo mondo se non in qualche presenza fisica alle tante manifestazioni, puntualmente rilanciati sui canali social, di candidati alla ricerca della facile notorietà; eppure di ragioni su cui riflettere, confrontarsi ed assumere impegni concreti non ne mancano.
A memoria e solo per offrire uno spunto di riflessione ne cito alcuni: problema della numerosa e dannosa presenza degli ungulati con particolare riferimento ai cinghiali, i ritardi operativi ed organizzativi cronici nella lunghezza delle disamine delle istanze per il PSR sempre appensantite da complessi iter burocratici, la discutibile gestione del servizio UMA, il sempre più totale abbandono produttivo delle aree interne, l’ aumento esponenziale di sottrazione di importanti aree produttive in favore di impianti di energia alternativa come solare ed eolico. Mi fermo qui ma l’ elenco è ancora lungo. L’ auguro è che ci sia un positivo sussulto di dibattito e d’interesse in questi ultimi giorni di campagna elettorale così da aumentare il necessario tasso di partecipazione al voto.
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