“La presenza di arsenico nella falda al di sotto della Eco Fox di Punta Penna non è affatto nuova, ma risale al 2010”. Italia Nostra del Vastese interviene dopo la notizia divulgata dal Centro sul superamento dei valori di una sostanza che, secondo l’azienda, “non è riconducibile al ciclo produttivo”.
Risale ai giorni scorsi la pubblicazione all’albo pretorio on line del Comune del “piano di caratterizzazione” predisposto dalla Eco Fox e della convocazione della conferenza dei servizi che ha la finalità di acquisire più pareri e nulla osta da parte di diverse amministrazioni.
La notizia ci era stata confermata anche dall’amministratore delegato, Claudio Pepe che aveva ribadito la “estraneità” della ditta alla eventuale contaminazione del sito evidenziata da analisi effettuate in un terreno di riporto nella porzione storica dello stabilimento.
“La presenza di arsenico nella falda era già stata resa nota in un comunicato dell’associazione civica Porta Nuova dell’ottobre 2020, ma per ammissione della stessa Eco Fox srl nello stesso sito già nel 2010 e nel 2013 fu trovato arsenico in quantità superiore ai limiti di legge”, ricorda Michele Celenza di Italia Nostra del Vastese, “ nella sua comunicazione del 14 marzo 2023 la Eco Fox srl scrive che la contaminazione riguarda le acque sotterranee e la causa della contaminazione da arsenico risulta ancora sconosciuta, l’area interessata potrebbe essere molto più ampia rispetto all’area occupata dallo stabilimento”.
“Concordiamo pienamente e ricordiamo che, in seguito di un analogo riscontro di potenziale contaminazione della falda (piombo e cloruri), il Comune di Vasto emise nell’aprile 2012 un’ordinanza con la quale intimava alla ditta Istonia Energy, che progettava nella zona industriale l’installazione di una centrale a biomasse, l’immediata sospensione dei lavori”, aggiunge Celenza, secondo il quale “a questo punto è verosimile ipotizzare che la potenziale contaminazione della falda riguardi l’intera area industriale. Ricordiamo che la normativa prevede per la giunta regionale, in caso di aree potenzialmente contaminate di vasta estensione e di rilevanza socio-economica, la facoltà di istituire “siti d’interesse regionale (Sir) , come già fatto a Celano, nel pescarese e a Chieti Scalo. Ci pare lo strumento più adeguato per affrontare il problema nella sua reale dimensione”.
Anna Bontempo (Il Centro)