“Come avevamo più volte temuto e annunciato, neanche un centesimo dei fondi regionali e nazionali a sostegno dell’agricoltura arriveranno a breve a destinazione. I 7 milioni originariamente a disposizione attraverso il decreto n. 102 del 2004 sono stati incrementati di appena 10 milioni dall’ultimo decreto Lollobrigida, per altro fermato dal Quirinale, a fronte di richieste per 1 miliardo di euro da parte delle regioni colpite, tra cui l’Abruzzo: una miseria, uno schiaffo in faccia al settore primario e al comparto vitivinicolo abruzzese. Delle risorse regionali, ad oggi nulla: dei 12,5 milioni stanziati in bilancio grazie alla nostra mobilitazione come opposizione, restano coperti solo 5 milioni, attesi da cinque mesi dai beneficiari; al palo anche i prestiti Fira da 5.000, 10.000 e 15.000 euro, a causa di lungaggini procedurali incompatibili con le esigenze del mondo produttivo. Inoltre solo 230 delle circa 700 aziende che hanno fatto richiesta riceveranno il prestito, le altre dovranno invece aspettare che la Regione adotti i provvedimenti necessari per l’uso dei restanti 2,5 milioni di euro previsti per il 2024. Nei fatti, a oltre 1 anno, il comparto primario continua a essere lasciato solo e senza aiuti, con tantissime attività che faticano a resistere”, denuncia il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci, promotore di denunce e azioni sul tema.
“Oltre 15.000 viticoltori abruzzesi sono stati presi in giro, perché non prenderanno a breve nemmeno le briciole di quanto hanno chiesto per continuare a stare sul mercato, ma hanno dovuto fronteggiare danni che vanno oltre i 250 milioni di euro solo in Abruzzo – incalza Paolucci – . È impensabile che sia ancora tutto fermo a due mesi dalla pubblicazione di un decreto che doveva dare risposte urgenti. E lo è anche che nessuno, assessore regionale all’Agricoltura in primis, si sia sentito in dovere di dare spiegazioni dei ritardi e certezze sui tempi di erogazione e copertura di tutte le misure che durante la campagna elettorale hanno alimentato la propaganda sia del governo nazionale, sia di quello regionale. Tant’è che in molti stanno pensando di agire legalmente. Una posizione comprensibile, visto che risultano disattesi tutti gli impegni presi con la categoria, anche quelli nati sui diversi tavoli governativi che da marzo si sono susseguiti. Niente fondi e nemmeno le facilitazioni richieste dalla categoria per avere respiro, come la sospensione dei mutui, per cui si attendono i provvedimenti regionali di competenza, o aiuti per i contributi INPS, che le attività hanno dovuto continuare a pagare fra mille sacrifici e con raccolti e produzione decimati o inesistenti. Una presa in giro in piena regola anche l’ultimo decreto Lollobrigida, la sberla finale per tutta la filiera agricola, lasciata ancora una volta senza le risorse necessarie, nonostante la gravità della situazione. Noi resteremo accanto alla categoria perché merita rispetto e va sostenuta con azioni concrete e non con promesse furbe che non si è in grado di mantenere, le sole che questo governo regionale e quello nazionale sono evidentemente in grado di offrire”.