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Concessioni balneari, nasce un Comitato Tecnico composto da Regione-Anci-Comuni

“In attesa che il Governo nazionale emani i decreti attuativi della legge n.118 del 2022 su mercato e concorrenza, diamo il via ad un percorso tecnico-amministrativo condiviso per l’avvio delle procedure, secondo la normativa vigente, al fine di salvaguardare la stagione balneare 20024 e, al tempo stesso, mettere i Comuni costieri abruzzesi nelle condizioni di tutelare anche la successiva stagione turistica 2025”.

Questo l’obiettivo dell’istituzione del comitato tecnico composto da Regione Abruzzo, Comuni costieri-ANCI, alla luce della recente sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce che il termine ultimo della deroga delle concessioni balneari al 31 dicembre 2023.

La decisione è arrivata nel corso di un incontro che si è tenuto ieri pomeriggio a Pescara, in Regione, al quale hanno preso parte il presidente della giunta regionale, Marco Marsilio, l’assessore alle Attività Produttive, Tiziana Magnacca, il sottosegretario con delega al Turismo, Daniele D’Amario, il consigliere regionale delegato al Demanio marittimo, Nicola Campitelli, ed il vice presidente del Consiglio nazionale dell’ANCI e delegato al Demanio Abruzzo, Enrico Di Giuseppantonio, oltre a sindaci, assessori e dirigenti di Regione e Comuni.

“E’ stato avviato un utile confronto sulle procedure applicative che si determinano in capo ai Comuni per consolidare un orientamento, il più possibile unitario, e sul ruolo che la Regione è chiamata a svolgere con il Governo in sede di confronto nella Conferenza Stato Regioni”, si legge in una nota.

Il consigliere delegato al Demanio marittimo, Nicola Campitelli, nel ricordare che “la Regione Abruzzo è stata sempre al fianco dei balneatori, l’unica arrivata fino al Consiglio di Stato per difenderne le prerogative”, ha dichiarato che “oggi, di fronte ad uno scenario giurisprudenziale che è in continua evoluzione, sempre nel rispetto delle normative, vorremmo, però, tutelare le attività produttive della nostra zona costiera che meritano, legittimamente, di continuare a lavorare”.

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