Quando si parla di aree interne si fa riferimento a territori fragili e periferici, spesso impoveriti e caratterizzati dall’assenza di servizi che significa diritti negati. Pensiamo, ad esempio, alle infrastrutture malandate dei nostri territori, all’assenza di una adeguata rete sanitaria, alle carenze in termini di istruzione pubblica.
Vista così, le aree interne non sono solo quelle che si trovano ad una data distanza dai centri urbani ma anche e soprattutto quei luoghi dove crescono le disuguaglianze perché c’è poco lavoro e mancano servizi essenziali. In questo senso, le aree interne sono anche le periferie dei centri urbani; lo sono già molti Comuni montani e premontani del Vastese che vanno spopolandosi; tendenzialmente anche Vasto potrà diventare “area interna” di centri più grandi o economicamente più attrattivi (alcuni segnali ci sono, tra cui il più evidente è il progressivo svuotamento dell’ospedale).
“Quella delle aree interne non è una geografia fisica, è piuttosto economica e sociale” viene spiegato nel libro.
Un punto di vista che sollecita a ripensare anche al significato delle parole, rimettendo in discussione alcune narrazioni romantiche dei piccoli comuni e delle aree periferiche, troppe volte funzionali alla costruzione di brand che svuotano di senso le specificità e la cultura dei territori mentre viene progressivamente meno il diritto a vivere e abitare “che può essere garantito e riconosciuto solo attraverso l’estensione dell’accesso ai servizi essenziali costituzionalmente garantiti”.
Di questo e molto altro parleremo oggi, venerdì 7 giugno, alle 18:00 in Piazza San Pietro a Vasto, con Nicholas Tomeo, curatore del libro “Vocabolario delle aree interne”, Antonino Dolce, giornalista attento alle vicissitudini dei piccoli Comuni del territorio e Marco Mancini, sindaco di Lentella.
Casa del Popolo “La Conviviale” – Vasto