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Camillo D’Amico: “Una sconfitta che brucia è una vittoria morale & politica”

Ho volutamente atteso qualche tempo per fare una mia pubblica riflessione sugli esiti delle elezioni amministrative degli scorsi 8 e 9 giugno.

L’ho fatto perché il tutto fosse asettico da reazioni istintive e commenti affrettati che non fossero, invece, frutto di un’analisi fredda e distaccata. È noto che ho deciso di restare fuori dalla mischia elettorale dopo 20 anni di impegno diretto politico ed istituzionale divisi egualmente tra provincia di Chieti e comune di Cupello.

Ho partecipato attivamente alla costruzione e costituzione di ‘Officina Cupello’ consapevole che da noi si vince o perde anche per un solo voto e che, solo con un umile e generoso lavoro di riaggregazione delle forze politiche di centro – sinistra, civiche e di semplici cittadini che credevano in un progetto programmatico di ampio respiro, la partita elettorale per le comunali poteva risultare vincente.

Ho altresì sempre asserito che ‘…. per modificare le cose bisogna cambiare le persone’ conferendo fiducia alle giovani generazioni così garantendo anche il necessario ricambio e rinnovamento. A questa espressione ho unito la rinuncia alla candidatura in assoluta coerenza con quanto ho sempre asserito cosa che non ho riscontrato nelle liste concorrenti ad ‘Officina Cupello’.

Con serenità ed a posteriori affermo di aver provato a ricompattare il plurale ed ampio mondo del Centro Sinistra locale e di avere sfiorato una storica vittoria elettorale nonostante le note defezioni che ci sono state in corso d’opera le cui motivazioni hanno riguardato questioni di natura personale per nulla legate a temi o questioni politiche.

Chiunque ha aderito o partecipato al processo di costruzione di ‘Officina Cupello’ aveva la consapevolezza di entrare in un campo in cui le ragioni collettive e generali venivano prima di quelle personali; chi è poi andato via lo ha fatto perché non ha visto soddisfatte le proprie ambizioni!

Divagare da ciò o dichiarare altro è pura distrazione di massa. Ho rispettato silentemente le loro scelte, mi sono preso insulti oltraggiosi, accuse gratuite ed infondate ma ho mantenuto dritta la barra della scelta che ho concorso a fare senza mai abbandonare la speranza in un abbassamento dei toni così da provare in concreto a ricompattare l’intero fronte; ma ciò è risultato materialmente impossibile perché l’asticella dei ‘desiderata’ si è alzata sempre di più rendendo vano ogni utile tentativo che pure c’è stato da più parti. Sicuramente qualche invadenza a ‘gamba tesa’ dall’esterno c’è stata e, tutto ciò, piuttosto che favorire la riaggregazione l’ha ulteriormente allontanata perché, come triste consuetudine che ultimamente a Cupello avviene con frequenza, altri fattori d’interesse trasversale sono poi entrati in campo.

Il rammarico è che lo sforzo notevole che abbiamo compiuto non è stato coronato dal successo elettorale come da tutti auspicato ed atteso per soli 34 voti che ci ha visti distanziati dalla lista capeggiata dal sindaco uscente Graziana Di Florio.

Molti Cupellesi e buona parte del territorio si aspettavano una nostra vittoria dopo dieci lunghi anni di cattiva amministrazione di Centro Destra che ha sostanziato un disastro economico e finanziario senza precedenti, il massimo di tasse e tributi a carico dei cittadini, il più totale abbandono delle aree periferiche, la perdita di un ruolo di indirizzo nelle politiche che più sono proprie al nostro comune come energia e rifiuti, l’incapacità a presentare nella deputata sede del Consiglio Comunale la proposta del nuovo piano urbanistico dopo dodici mesi che è stato conferito l’incarico tecnico.

La traversata è stata lunga e, più volte, anche in assoluta solitudine ho presenziato in Consiglio Comunale per esercitare la mia funzione di capo della minoranza ed opposizione che è stata fatta in maniera seria, puntuale e responsabile oltre che propositiva, senza che da parte della maggioranza ci sia stato quel rispetto e quella considerazione che definisco di ‘galateo istituzionale’; anzi, frequentemente, sono scaduti nella derisione, nella denigrazione personale e nel disinteresse nel dare seguito persino atti deliberati all’unanimità.

Educato è augurare al Sindaco, alla Giunta Comunale e a tutti i Consiglieri Comunale eletti un buon lavoro.

Resterò cittadino attento, presente e partecipe non volendo per questo tralasciare l’impegno sociale, associativo e politico senza arrendermi rispetto all’ipotesi di, eventuali, opportunità future perché la Politica per me è passione e senso di servizio, non certo un lavoro.

Camillo D’Amico

 

 

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