
Se almeno una volta all’affermazione: “L’amore è nell’aria!” stavate per rispondere sarcasticamente: “Sbagliato, azoto, ossigeno e anidride carbonica sono nell’aria!” Allora questo articolo fa per voi.
Cos’è davvero l’amore?
È una domanda che tutti, innamorati e non, ci siamo posti almeno una volta nella vita e da chi siamo andati per trovare risposte a tutti i nostri dubbi. Da chi in passato ha speso tutta la sua vita o comunque buona parte della sua esistenza a cercare di mettere in parole questo sentimento: poeti, filosofi ed in tempi più moderni, cantanti.
Per Platone l’amore è mancanza, è desiderio: movimento d’amore per la cosa bella.
Per Dante, l’amore è ciò che move il sole e l’altre stelle.
Nel 2012 Tiziano Ferro cantava che l’amore è una cosa semplice; Renato Zero, otto anni dopo, sosteneva che L’amore è una conquista, come la vetta dell’Everest; in una della più recenti edizioni di Sanremo, quella del 2022, Donatella Rettore e Ditonellapiaga sembravano aver dato adito ad una delle tante altre definizioni di amore che è anche una delle principali scuse utilizzate in caso di rottura: L’amore è questione di chimica.
La chimica dell’amore
L’innamoramento porta con sé un insieme di emozioni complesse, dall’euforia allo stress a questi si accompagnano svariati effetti sul nostro corpo, dalla sudorazione allo stomaco chiuso. Le emozioni e i sintomi fisiologici legati all’innamoramento sono innescati da meccanismi cerebrali. Le sostanze chimiche principalmente responsabili prendono il nome di neurotrasmettitori e sono loro i “colpevoli” del mal d’amore. Vediamoli da vicino.
Euforia responsabili di questo sentimento sono la dopamina e la noradrenalina, sostanze chimiche prodotte dal nostro cervello quando viviamo un’esperienza di gratificazione; ci fanno sentire felici, aumentano il battito cardiaco e regolano la digestione. Queste molecole vengono rilasciate non solo quando si provano sentimenti romantici, ma anche in altri contesti come quando, ad esempio, consumiamo un cibo gustoso oppure quando ci impossessiamo di un oggetto desiderato o ancora quando consumiamo alcool.
“Sembrava fosse amore invece era un calesse”
Anche chi non ha mai visto un grande classico cinematografico del 1991, ha sentito pronunciare questa frase il cui significato è spiegato dallo stesso Troisi, regista e protagonista del film: “Riguarda la delusione di qualcosa le cui aspettative non sono state mantenute. Si sarebbe potuto usare un qualsiasi altro oggetto, una sedia o un tavolo, che si contrappone come oggetto materiale all’amore spirituale che non c’è più”. Questo per dire che Amore non significa solo euforia e visioni idilliache della realtà filtrata attraverso le lenti di Cupido, perché spesso ci troviamo a fare i conti con sintomi che non sono affatto piacevoli, ecco alcuni esempi:
Stomaco chiuso: la feniletilammina (PEA) legata ai sentimenti di felicità è un neurormone che provoca euforia ed è causa del famigerato stomaco chiuso dell’innamorato. La PEA è presente in piccole quantità nel cioccolato e viene rilasciata dal cervello anche a durante e in seguito ad attività sportiva.
Stress e ansia: responsabile di questi effetti indesiderati è il cosiddetto “ormone dello stress”, il cortisolo, che interviene di solito in situazioni di emergenza che richiedono un’azione immediata dell’organismo per sopravvivere. Secondo la comunità scientifica l’associazione di tali sentimenti alla durata dell’innamoramento sembrerebbe dovuto alla paura di perdere la persona amata. Il cortisolo, tuttavia non è il solo responsabile dello stress degli innamorati.
Quando ci innamoriamo si abbassa nel nostro cervello il livello di un altro neurotrasmettitore, la serotonina da qui derivano effetti quali l’insonnia, l’irritabilità e la mancanza di appetito. Una riduzione drastica di serotonina fa anche in modo che chi ama si concentri in maniera totalizzante sulla persona amata.
È proprio questo miscuglio di sostanze a provocare quell’effetto unico dell’innamoramento che denominiamo “farfalle nello stomaco”.
Ma cosa permette all’amore di durare nel tempo? Quando le tumultuose fasi dell’innamoramento volgono al termine, dopo circa 12-24 mesi, subentrano due ormoni alla base del benessere e della socialità: la vasopressina e l’ossitocina. L’ossitocina anche nota come “ormone delle coccole” è l’ormone che sta alla base di un legame affettivo di lunga durata, che sia con un partner o con un familiare.
L’antropolaga americana Helen Fisher ha effettuato e studiato diverse risonanze magnetiche dei cervelli di ragazzi ai quali veniva mostrata l’immagine della persona amata. Ne ha così mappato gli impulsi cerebrali e ha scoperto che l’innamoramento ha origine nell’ipotalamo.
Durante l’innamoramento, varie zone del cervello hanno registrato un calo delle attività come, ad esempio, la corteccia frontale, responsabile del giudizio critico. Tale abbassamento della funzioni razionali è alla base di comportamenti amorosi spesso definiti irrazionali.
L’amore rende ciechi?
In psicologia esiste un fenomeno che prende il nome di “effetto alone” per definire un comportamento tipico di chi è innamorato: quando si individua una caratteristica importante nella persona amata, ad esempio la simpatia, si tende ad estendere il giudizio anche ad altri tratti della persona, come la bellezza o la bravura o l’affidabilità. Dunque, c’è un fondamento scientifico persino nel detto «l’amore è cieco!».
Una cosa è certa, più di una persona ha provato a dare una definizione dell’amore: artisti, filosofi e scienziati, ma in fin dei conti si sa tutto e niente; si sa che arriva davvero quando meno ce lo aspettiamo, perché l’amore è sorpresa e non si può certo programmare, se lo si fa, allora non è amore ma è scelta, sicura, razionale, dettata magari da una lista dei pro e dei contro, dunque un calcolo di convenienza.
Ci sono tanti amori, ciascuno unico a modo suo, ma solo uno è degno di essere scritto con la A maiuscola. Quell’Amore che ti riempie e ti svuota allo stesso tempo: “Vi siete mai sentit* così?”
Rispondete in un tempo massimo di due secondi: se dovete pensarci, probabilmente non l’avete mai provato. Ad ogni modo, può succedere a tutti di innamorarsi follemente anche se parliamo di un evento dove spazio e tempo costituiscono un’incognita del tutto imprevedibile.
Laura Del Casale