La richiesta dei familiari è quella di fare chiarezza. Lo chiedono soprattutto le figlie, Natalina e Lucia, per la morte del loro papà, Marco D’Ambrosio, 50 anni, deceduto improvvisamente nel carcere di Castrogno. Le due donne si sono rivolte all’avvocato Alessandro Cerella.
A scriverlo, stamane, sulla pagina di vasto del quotidiano dell’Abruzzo Il Centro, è la collega Paola Calvano.
“Marco D’Ambrosio – scrive la collega del Centro – era in carcere per un cumulo di pene passate in giudicato. Da qualche tempo non stava bene. Stando al racconto di chi lo conosceva , D’Ambrosio da quando era stato trasferito al carcere Castrogno di Teramo aveva problemi di salute . Nonostante le visite richieste nessuno lo avrebbe ascoltato o comunque dato il giusto peso ai sintomi lamentati dal detenuto ,chiedendo un ricovero in ospedale . Ieri l’avvocato Cerella ha presentato un esposto ai carabinieri di Vasto .
” Ora aspettiamo “, dice l’avvocato Alessandro Cerella ” l’esito dell’autopsia che si è tenuta in queste ultime ore. Non appena avremo i risultati decideremo il da farsi. Basta comunque morti in carcere . La pena carceraria ha la funzione rieducativa “, ricorda il legale ” e il detenuto deve essere trattato con dignità mentre sconta la pena . Soprattutto , non deve mancare il riconoscimento dei diritti fondamentali della persona che spesso vengono negati. Abbiamo piena fiducia nell’operato della magistratura certi che riusciranno a fare chiarezza su questa triste vicenda “.
I risultati dell’autopsia si sapranno fra 60 giorni.
(foto tratta dal sito del comune di Teramo)