giovedì, Giugno 5

200 operatori ricordano l’ospedale di Gissi

Condividi

 

Ritrovarsi dopo tanti anni con colleghi che hanno condiviso un percorso professionale ed umano. E’ l’esperienza vissuta sabato scorso da 200 operatori sanitari che hanno lavorato all’ospedale di Gissi.  La rimpatriata è avvenuta al Gabrì Park Hotel di San Salvo. Tra i presenti anche il professor Lucio Achille Gaspari, che nel presidio ospedaliero,  fatto realizzare dal padre Remo, ha prestato la propria attività professionale. Un momento di incontro costellato da ricordi, rimpianti e tanta nostalgia. 

“E’ stata una esperienza bellissima, molto commovente”, dice la dottoressa Loredana Manso, “sfido chiunque a trovare un’altra occasione come questa per coloro che hanno lavorato,  a tutti i livelli, in un ospedale che funzionava benissimo e che fu chiuso nonostante fosse molto utile e prezioso per l’assistenza sanitaria nell’Alto Vastese. C’è tanto rimpianto perché si lavorava davvero bene, si cercava di dare il massimo alla popolazione, anche dal punto di vista umano. La situazione dell’Alto Vastese  non è semplice”, annota il medico, “ci sono paesi lontani fra loro, che adesso sono abbandonati. Era diverso quando c’era l’ospedale di Gissi: cercavamo di fare il massimo.  Noi lavoravamo in armonia, eravamo una grande famiglia. Se c’era uno scaffale rotto bastava telefonare al falegname, non c’era bisogno di scartoffie. Molto dovevamo al ministro Gaspari che amava la sua città dove aveva realizzato il sogno di un ospedale, quindi ci teneva tantissimo affinchè funzionasse. Quando un’apparecchiatura non funzionava bastava dirlo al ministro e il problema si risolveva nel giro di tre giorni. Non avevamo mai carenze di questo genere”.

La conviviale, inevitabilmente,  è stata anche l’occasione per parlare della sanità pubblica e di come è cambiata negli anni. 

“La situazione oggi è molto diversa”, riprende la dottoressa Manso, “la sanità pubblica sta morendo, non c’è più la possibilità di lavorare con il cuore. Questo evento ci ha riportato indietro nel tempo a quel livello di assistenza elevato che non c’è più. Il professor Gaspari ha fatto proprio questo tipo di riflessione. La sanità pubblica è fondamentale”. 

L’idea della rimpatriata è nata dalla voglia di rincontrarsi. Magari per una pizza.  

“Da poche persone che volevamo essere,  siamo riusciti a coinvolgerne 200”, rimarca Maria Grazia Marrone, coordinatrice infermieristica. 

Anna Bontempo (Il Centro)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.