
Abbiamo definito il 1945 l’anno che divise l’Europa e, forse, non tutti sanno che anche l’Italia, seppur in microscopica parte, fu divisa in due zone d’influenza: una sotto gli anglo-americani e l’altra sotto i comunisti del Maresciallo jugoslavo Tito.
L’Accordo di Belgrado
I tedeschi avrebbero firmato la resa incondizionata l’8 maggio e Hitler si era suicidato nel bunker di Berlino il 30 aprile, sembra incredibile ma i tedeschi lasciarono Trieste solo il 1° maggio. Preferirono mantenere l’occupazione del capoluogo friulano, per la posizione strategica del suo porto, piuttosto che concentrare le forze difensive su Berlino.
Ci volle un pesante bombardamento alleato per convincerli alla ritirata a seguito della quale i primi ad arrivare a Trieste furono i reparti al comando di Tito sostenuti dalle brigate partigiane comuniste italiane che, insieme, presto assunsero il controllo di gran parte del Friuli Venezia Giulia, una situazione che, ovviamente, non poteva piacere agli Anglo-americani i quali, sotto pressione di Churchill, il 9 giugno convocarono un incontro a Belgrado per sistemare questa piccola, ma fortemente simbolica porzione di territorio italiano riconquistato a seguito della vittoria della Prima guerra mondiale. I diplomatici divisero con una sorta di “muro” (Linea Morgan) il territorio triestino lungo il corso del fiume Isonzo e fino a est/sud-est della città di Muggia dando luogo ad una Zona A, che includeva Trieste e Gorizia amministrata militarmente dagli anglo-americani, ed una Zona B, amministrata dai generali jugoslavi.
La maestra italiana che uccise il generale britannico.
D’ora in poi questa porzione di territorio non ebbe più pace tanto che non si riuscì mai a scegliere un governatore civile che fosse gradito sia agli Italiani che agli Jugoslavi. Non solo, frequentissimi furono gli scontri tra le due fazioni, scontri che raggiunsero il culmine lo stesso giorno in cui fu firmato il “Trattato di pace dell’Italia” (10 febbraio 1947) quando una maestra, Maria Pasquinelli, uccise il generale inglese Robert de Winton per aver permesso che la sua città, Pola, fosse assegnata alla Jugoslavia.
Il Territorio Libero di Trieste (TLT)
Ad ogni modo il trattato del 1947 istituì il Territorio Libero di Trieste (TLT) che comprendeva la costa triestina e la parte nord-occidentale dell’Istria ponendole sotto l’egida dell’ONU.
Gli scontri, però, continuarono ancora con notevole versamento di sangue fino alla rivolta di Trieste del novembre 1953.
Il Memorandum di Londra
Fortunatamente il conflitto terminò il 5 ottobre 1954 quando, col Memorandum di Londra, la Zona “A” del TLT passò all’amministrazione civile del governo italiano, mentre la Zona “B” passò sotto il controllo del Maresciallo Tito. Comunque l’Italia perse la quasi totalità della Penisola istriana conquistata con la Grande Guerra.
Il 4 novembre 1954 il presidente della Repubblica Luigi Einaudi si recò a Trieste sancendo il ritorno della città sotto il governo italiano.
Laura Del Casale