
La musica, nella sua essenza più profonda, trascende il semplice ascolto per diventare uno spazio abitabile, un territorio dove l’anima può ritrovarsi, riconoscersi, guarire. Questo approccio prende forma concreta nell’opera di Claudio Patuto, musicista nato a Benevento nel 1980, che con maestria si muove tra pianoforte e fisarmonica, tra il rigore della tradizione classica e l’audacia delle sperimentazioni contemporanee, tra la didattica innovativa e la performance dal vivo. La sua musica è ponte tra epoche, culture, discipline e vissuti.
Fin dai suoi primi anni, Patuto ha mostrato una spiccata sensibilità per il suono e una naturale inclinazione alla ricerca espressiva. Inizia il suo percorso musicale a Benevento, attratto dalla duplice anima di due strumenti simbolo: il pianoforte e la fisarmonica. Il primo, icona della musica colta occidentale, il secondo, legato alla tradizione popolare ma capace di ascese nobili nella musica d’autore e d’avanguardia. La sua formazione è tanto rigorosa quanto appassionata: studia al Conservatorio “Lorenzo Perosi” di Campobasso, diplomandosi in Pianoforte con il massimo dei voti sotto la guida del M° F. Fantone, per poi completare il suo percorso con una laurea in Discipline Musicali e una in Didattica, che ne rivelano il profilo completo di musicista e pedagogo.
Ma è l’incontro con la fisarmonica a definire una seconda anima musicale, coltivata con cura e guidata da maestri di fama nazionale e internazionale. Ne nasce una doppia identità musicale, capace di fondere orizzonti diversi e costruire un linguaggio personale, in cui l’istinto melodico e il virtuosismo tecnico dialogano con profondità. Il risultato è una versatilità che lo porta a esibirsi in contesti differenti, dal recital solistico alla musica da camera, dal palcoscenico classico alle piazze popolari, mantenendo in ogni occasione un’impronta inconfondibile.
La sua discografia è un viaggio emozionale e stilistico. Album come Listening (2021), che raccoglie in un unico brano una narrazione interiore profonda, e titoli evocativi come Istanti Sospesi, Tempesta Silenziosa, Sospiri nel cielo, fino a Riflesso Notturno (previsto nel 2025), raccontano una ricerca artistica intima, introspettiva, che fa della delicatezza e della trasparenza sonora i suoi tratti distintivi. Parallelamente, l’omaggio ai grandi della musica si concretizza in una vasta serie di interpretazioni del repertorio classico: da Chopin a Bach, da Tchaikovsky a Schumann, passando per Satie, Mendelssohn, Schubert. Ogni esecuzione è un atto di amore filologico e di rilettura poetica.
Nel suo catalogo discografico convivono composizioni originali come Taranfisa – tarantella per fisarmonica che ha superato le 100.000 visualizzazioni su YouTube – e riletture di brani famosi in arrangiamenti personalissimi, come Summertime di Gershwin o La Califfa di Morricone. Le collaborazioni sono numerose e di prestigio: tra tutte spicca il sodalizio con Antonio Arietano, clarinettista con cui forma il duo Atmosfere Sonore. Insieme danno vita a concerti e produzioni che mescolano jazz, sacro, klezmer, balcanico, tango e contemporaneo. Il loro album omonimo del 2020 e le esibizioni a eventi come MusiCometaSannio o Note di Classe, testimoniano un affiatamento raro e un’eleganza condivisa.
Patuto è anche protagonista di progetti collettivi come I SUPER KING, in cui la sua fisarmonica si unisce a strumenti e voci per narrazioni musicali coinvolgenti. Le sue performance non sono mai mera esibizione tecnica: sono esperienze immersive. Nei teatri, nelle piazze, nelle chiese, ogni concerto si trasforma in un momento di condivisione emotiva, capace di unire pubblico e artista in un unico respiro. Come nel recital Note sospese nel tempo al Teatro Comunale di Benevento, dove il suo pianoforte è stato definito “una chiave dorata capace di sbloccare memorie sepolte”.
La sua visione della musica abbraccia anche il mondo dell’educazione. Come docente nella scuola secondaria, si è distinto per l’introduzione di approcci didattici originali che uniscono teoria musicale, creatività e pensiero logico, contribuendo a rendere la musica accessibile e significativa per le giovani generazioni. Per Patuto, insegnare musica significa trasmettere valori, favorire connessioni profonde e stimolare l’immaginazione.
In un tempo in cui la musica rischia di essere consumata più che vissuta, l’arte di Claudio Patuto invita a fermarsi, ad ascoltare con tutto sé stessi. Le sue composizioni e le sue esecuzioni non si accontentano di essere suono, ma diventano narrazione, esperienza, dialogo. La sua musica attraversa la memoria e si proietta nel futuro. Il suo insegnamento apre porte alla scoperta e al significato.
Artista, compositore, docente, innovatore: Claudio Patuto è tutto questo, ma anche di più. È un testimone della potenza della musica come atto umano totale, un ponte tra il cuore e la mente, tra la cultura e la vita. In un mondo spesso disgregato, la sua arte risuona come un’armonia duratura, una promessa di bellezza e senso.