
Energie rinnovabili, economia circolare, riconversione industriale, agroecologia e tutela della biodiversità, oltre ad uno sviluppo territoriale capace di fermare il consumo di suolo e di proporre un modello turistico innovativo. Tematiche cruciali per Legambiente Abruzzo che ha da poco rinnovato i vertici. Al posto della dimissionaria Silvia Tauro, che ha tenuto le redini dell’associazione ambientalista per poco più di un anno, è subentrato Gianluca Casciato, nuovo presidente regionale di Legambiente, già vicepresidente regionale, consulente legale e membro del Ceag (Centro di azione giuridica) di Legambiente nazionale. Vastese, (“i mei nonni erano originari di Pizzofferato”), 50 anni, Casciato dovrà affrontare moltissime sfide.
Quali sono i principali obiettivi della sua presidenza a fronte delle tante problematiche sul tappeto?
“In primo luogo la transizione energetica: dobbiamo puntare sulle energie rinnovabili, come l’eolico e l’agrivoltaico, per arrivare ad una decarbonizzazione in maniera rapida. Il nostro presidente nazionale Stefano Ciafani ha chiuso il congresso con questo slogan che è il nostro programma. Bisogna fare la transizione energetica e bisogna farla anche velocemente perché vincere lentamente equivale a perdere: il clima non aspetta più. Anche in Abruzzo dobbiamo spingere l’acceleratore su questo discorso. Puntare sulle rinnovabili pur rispettando i territori ed ascoltandoli. La mia parola chiave di questo mandato è proprio questa: ascolto. I territori vanno ascoltati, ma ci sono le direttive nazionali che vanno rispettate. Bisogna sedersi ad un tavolo e discutere, ma poi fare sintesi”.
Cosa dirà ai sindaci, soprattutto quelli delle aree interne, che lamentano “l’invasione eolica”, cioè la proliferazione di progetti che hanno un notevole impatto sul paesaggio?
“Sono disposto ad incontrare tutti i sindaci e le associazioni. Il dialogo sarà la mia parola-chiave. Con loro voglio sedermi ad un tavolo e vedere cosa si può fare. Gli impianti eolici si possono limitare, spostare, ma bisogna andare avanti con l’eolico. Non c’è più tempo da perdere, sembra una battuta, uno scherzo, ma la situazione è grave. I dati sono allarmanti. L’emergenza climatica si porta dietro tutta una serie di problemi, come l’emigrazione ambientale e quella climatica”.
Problema molto dibattuto è quello dei cervi, come va affrontato secondo Legambiente?
“Bisogna lavorare sulle cause e le dinamiche che determinano la proliferazione e gli spostamenti territoriali della specie, elaborando soluzioni che devono tenere in considerazione molteplici fattori ambientali ed antropici. Vanno trovate soluzioni a lungo termine, che tengano insieme esigenze di controllo e di protezione della fauna selvatica e sicurezza dell’uomo e delle sue attività”.
Il rapporto Ecomafia 2024 dedica uno specifico focus alla mafia dei pascoli. Quale è stato l’approccio di Legambiente?
“Ci sono ancora indagini in corso, quindi non possiamo esprimerci. Secondo la magistratura ci sarebbero delle frodi nei confronti della Unione Europea da parte di organizzazioni criminali per accaparrarsi fondi destinati ai pascoli. Legambiente è sempre vigile ed attenta a queste tematiche, continuerà quindi la collaborazione con le istituzioni che si adoperano per debellare questo fenomeno. Nello specifico proponiamo di inserire una nuova fattispecie di reato che vada a colpire le cosiddette agromafie”
Rispetto ai reati ambientali c’è una particolare attenzione da parte dell’associazione al ciclo dei rifiuti.
“L’Abruzzo non è un’isola felice: c’è stato un incremento dei reati rispetto al rapporto dell’anno precedente. Anche in questo caso la nostra attenzione è massima”.
Sui punti ristoro lungo la Via Verde Legambiente si è distinta dalle altre associazioni che hanno espresso netta contrarietà all’emendamento proposto dal consigliere regionale Nicola Campitelli. Perché?
“Siamo contrari ad ogni forma di speculazione e di aggressione selvaggia. Però c’è un discorso anche di sicurezza. La Via Verde ha bisogno di ombreggi, di punti di approvvigionamento dove i ciclisti possono trovare acqua e servizi essenziali. Anche in questo caso abbiamo proposto di sederci ad un tavolo per ragionare ed aggiustare il tiro. Siamo sempre disponibili al dialogo e all’ascolto. Io rappresento la parte più moderata, ma questo non significa che non ci facciamo rispettare. Anzi dobbiamo rimettere al centro la tutela dell’ambiente. Ho due anni e mezzo di tempo per fare questo”.
Di recente la Regione Abruzzo ha tagliato del 22% i fondi per la gestione delle riserve. Cosa pensa di fare Legambiente?
“Chiederemo alla Regione un tavolo per affrontare questa tematica. Le nostre Riserve hanno bisogno di fondi per portare avanti azioni di tutela e di valorizzazione. I comuni da soli non hanno le risorse sufficienti per poterlo fare”.
Anna Bontempo (Il Centro)