
Sopralluogo dei carabinieri forestali alla villa comunale. Dopo la diffida inviata dalle guardie ambientali Geav e dal Noetaa (nucleo operativo ente tutela animali e ambiente) di Campobasso, i militari hanno effettuato una ricognizione per verificare le condizioni del laghetto dove nelle scorse settimane alcuni anatroccoli sono stati divorati dalle tartarughe della specie Trachemys Scripta.
Alle scene – a dir poco raccapriccianti – hanno assistito adulti e bambini. Come se non bastasse le testuggini esotiche hanno predato di recente anche le uova deposte dalle oche. Guardie ambientali e Noetaa – rappresentati dall’avvocato Donatella Monaco – chiedono lo spostamento immediato delle tartarughe in luoghi idonei per far cessare la difficile convivenza, iniziata nell’ottobre 2024 quando l’amministrazione comunale, dopo un intervento di riqualificazione, ha deciso di reintrodurre nel laghetto oche e papere.
“Ci sono ipotesi di reato per maltrattamenti, puniti dal codice penale”, spiega l’avvocato Monaco, “per conto delle associazioni ho già inviato una diffida. Qualora non si arrivasse in tempi brevi al trasferimento delle tartarughe e con il perpetrarsi della situazione di maltrattamento degli animali verrà depositato un esposto penale. Vorrei sottolineare che il vicino comune di Termoli, anche attraverso la collaborazione del Noetaa, è riuscito ad ottenere lo spostamento delle tartarughe presso un Centro specializzato che si trova in Emilia Romagna”.
Per Marco Cannarsa, comandante provinciale Geav, le soluzioni ci sono.
“Sono quindici anni che cerco occuparmi di questo laghetto che ha delle criticità annose e che non può certo essere dato in gestione a ditte che fanno multiservizi”, sostiene Cannarsa, “ci sono degli animali, ci sono dei protocolli da seguire, ci sono delle attenzioni da dare. Oggi ci ritroviamo con delle papere incrociate con germani reali, quindi c‘è un inquinamento genetico. Insieme alle Trachemys scripta ci sono anche tartarughe palustri europee, come la Emys orbicularis che è protetta da convenzioni. In questi anni ho sempre cercato di essere collaborativo, ma ho trovato sempre grandi muri e poca voglia di risolvere un problema che con un pò di impegno si potrebbe risolvere facilmente. Ci sono i centri di recupero, di soluzioni ce ne sono tante”, conclude Cannarsa.
Anna Bontempo (Il Centro)