mercoledì, Luglio 9

Oggi la giornata mondiale del cioccolato, 500° del suo arrivo in Europa

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Era il 2009 quando è stata istituita questa ricorrenza nel giorno in cui Joseph Fry, nel 1847, creò la prima tavoletta di cioccolato come la conosciamo oggi. Fino a quel momento, infatti, il cioccolato era consumato principalmente come bevanda, invece Fry scoprì che aggiungendo del burro di cacao (cioè del grasso estratto dai semi di cacao) al cacao in polvere si aveva una pasta morbida e plasmabile che, una volta solidificata, diventava una barretta da mordere. Una scoperta che ha rivoluzionato il modo di consumare il cioccolato e che merita di essere ricordata!

La storia del Theobroma cacao

La mitica scoperta di 5000 anni fa

Questo il nome scientifico che, alla metà del XVIII secolo, diede al cacao il naturalista svedese Carlo Linneo. Ma tracce di coltivazioni del cacao risalgono addirittura a più di 5.000 anni fa in Amazzonia per poi diffondersi in tutto il centro e sud America. Ovviamente il suo consumo, come abbiamo visto, non avveniva attraverso delle comode barrette di cioccolato. In origine infatti le popolazioni del centr’America come i Maya e gli Aztechi consumavano il cioccolato come bevanda considerata tra l’altro sacra per le sue qualità curative ed energetiche. Gli Aztechi la chiamavano xocolati, era una mistura di semi di cacao arrostiti e pestati a cui si aggiungevano peperoncino e farina di mais insieme ad abbondante acqua. 

Esattamente 500 anni il cacao fece il suo ingresso in Europa

Il primo europeo a conoscere tale bevanda fu ovviamente Cristoforo Colombo, ma fu lo spagnolo Hernan Cortés a importare i semi di cacao in Spagna nel 1525. Però la svolta nella produzione del cioccolato si ebbe nel 1828 quando il chimico olandese Koenraad van Houten riuscì ad estrarre dalle fave di cacao la polvere di cacao, che diventò così facilmente trasportabile, conservabile e dunque commercializzabile. Il cioccolato al latte fu invece inventato nel 1875 in Svizzera da Daniel Peter, un alimento che venne presto adorato dalla popolazione d’Oltralpe tanto che oggi gli Svizzeri ne sono i maggiori consumatori al mondo con circa 9 Kg. a testa l’anno. 

Le proprietà salutari del cioccolato

Dal sito della ASL Roma 6 si legge: 

[…] Cerchiamo di fare chiarezza evitando i luoghi comuni che troppo spesso invadono il campo dell’alimentazione. Sappiamo tutti che il cacao ha spiccate proprietà benefiche. Vediamole brevemente.

Oltre al buon contenuto di sali minerali, soprattutto ferro e magnesio, e vitamine, troviamo in esso flavonoidi e teobromina. Studi scientifici affermano che queste sostanze svolgono effetti benefici sulla pressione arteriosa, sulla diminuzione del colesterolo LDL (quello cattivo) sullo stato infiammatorio e perfino sullo sviluppo di una flora intestinale benefica, con conseguenze positive sul sistema immunitario. Sono state smentite, invece, le credenze che legano il suo consumo allo sviluppo di acne, emicrania e carie dentaria. Tuttavia, per godere di questi benefici, bisogna scegliere l’amaro del fondente (con un quantitativo di cacao non inferiore al 70%), mentre il cioccolato al latte e quello bianco, possedendo scarsi contenuti di antiossidanti ed elevati quantitativi di grassi, vanificano le decantate proprietà salutari appena descritte.

Dunque perché ci siano effetti benefici è necessario che mangiamo cioccolato fondente almeno al 70%, in caso contrario introitiamo grassi che hanno ripercussioni negative sul cuore e sul colesterolo. Ad ogni modo si consiglia di non assumere più di 20 grammi al giorno di cioccolato. 

Il cioccolatismo esiste per davvero? 

Occorre però aggiungere che il cioccolato stimola la produzione di endorfine, cioè degli ormoni del piacere come la serotonina e la dopamina. Queste sostanze vengono prodotte dal cervello, aumentano il buon umore e possono anche portare euforia. In pratica stiamo parlando di una sorta di antidepressivo che crea dipendenza la quale, per quanto facile da liberarsene, comunque mette alla prova la nostra forza di volontà. Dunque come esiste l’alcolismo ed il tabagismo, possiamo parlare di cioccolatismo? In realtà no, nel senso che crea una lievissima dipendenza. Occorre però evidenziare che tutti gli esseri umani sono naturalmente predisposti a ricercare qualsiasi tipo di piacere e a fuggire ogni dolore. Ciò significa che dovremmo parlare di tante dipendenze come quella sessuale, alimentare, ludica, ecc. Invece per tutto ciò vale l’antica regola riassumibile nella massima “Nulla di troppo!”. La temperanza infatti ci tiene lontani dai vizi e dalle dipendenze. 

Cacao e cambiamenti climatici: ombre sul futuro dell’alimento più amato da grandi e piccini 

Il cacao viene oggi coltivato in Africa e Sudamerica per una superficie totale grande quanto l’Irlanda del Sud (Eire). Il primo produttore al mondo è la Costa d’Avorio con un milione e mezzo di tonnellate. Ed è proprio dall’Africa che arrivano segnali molto preoccupanti per il futuro del cacao, dove si estrae il 70% di quello prodotto a livello mondiale. Nella cosiddetta “cintura africana del cacao”, che comprende Costa d’Avorio, Ghana, Camerun e Nigeria, il Climate Central degli Stati Uniti ha rilevato che negli ultimi dieci anni la zona ha aggiunto almeno tre settimane sopra i 32° gradi centigradi durante la stagione della raccolta di cacao. Non solo. Al caldo estremo si aggiungono le piogge acide e torrenziali, altro fattore di pericolo per le piantagioni. Tutto questo ha portato, solo negli ultimi anni, ad un calo della produzione a cui è seguito un aumento del 400% del prezzo del cacao con conseguente naturale ricaduta sul cioccolato. E’ molto probabile che, per il prossimo futuro, dovremo ridurre i consumi di cioccolato, ma se per noi significa sacrificare la nostra golosità, il problema serio riguarda coloro che vivono, o meglio sopravvivono visto lo sfruttamento a cui sono sottoposti, con la raccolta del cacao. 

Laura Del Casale

 

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