domenica, Luglio 20

Nel Giorno della Memoria di Borsellino, annunciata la proposta di legge regionale per valorizzare i beni confiscati: «Da strumenti di male a risorse per la comunità»

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Nel giorno in cui ricordiamo il sacrificio di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta, uccisi nella strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992, ho voluto rendere pubblica l’iniziativa che ho presentato alcune settimane fa in Consiglio regionale: una proposta di legge per la valorizzazione e il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata in Abruzzo.

Ricordare Borsellino non significa fermarsi alla memoria, ma trasformare il suo esempio in azioni concrete, costruendo percorsi reali di legalità e giustizia sociale.
Non basta sottrarre patrimoni alla criminalità: occorre restituirli ai cittadini, trasformarli da strumenti di sopraffazione in luoghi di riscatto, crescita, cultura, lavoro e inclusione.

La proposta di legge prevede l’istituzione di un Fondo regionale dedicato ai Comuni e alle associazioni del Terzo Settore, finalizzato a:
• riqualificare e recuperare gli immobili confiscati;
• sostenere progetti sociali, culturali e occupazionali in grado di restituire questi spazi alla collettività.

In alcune Regioni italiane, come Emilia-Romagna, Lombardia, Campania, Sicilia e Calabria, sono già attive leggi specifiche che promuovono il riutilizzo sociale dei beni confiscati, offrendo sostegno concreto agli enti locali e al Terzo Settore. Anche l’Abruzzo può oggi dotarsi di uno strumento normativo in questa direzione, rafforzando il proprio impegno su un tema che è insieme sociale, economico e culturale.

La proposta sarà discussa nelle prossime settimane nella Commissione competente.

«Si tratta di un cantiere aperto, disponibile al contributo di tutti i consiglieri regionali, perché su questi temi non ci devono essere bandiere, ma un obiettivo condiviso.»

«Restituire ciò che la criminalità ha sottratto significa costruire fiducia, rafforzare le comunità e onorare davvero chi, come Paolo Borsellino, ha sacrificato la propria vita per difendere la giustizia e la libertà.
Questa proposta di legge vuole essere un segnale chiaro: i beni confiscati non devono più restare segni del passato criminale, ma devono diventare strumenti di futuro, lavoro, cultura e speranza per le nostre comunità. È così che si costruisce una vera cultura della legalità.»

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