
Resta nella sua cella di Regina Coeli, A.M. l’impiegato trentenne di San Salvo che la notte fra giovedì e venerdìi in un impeto d’ira ha stretto le mani al collo della compagna. Il modus operandi raccontato dalla vittima e le minacce proferite, hanno indotto il gip del tribunale di Roma davanti al quale A.M. è comparso, a rigettare la richiesta di arresti domiciliari avanzata da uno dei difensori dell’uomo, l’avvocato Giuseppe La Rana.
A scriverlo, stamane, sulla pagina di Vasto del quotidiano dell’Abruzzo Il Centro, è la collega Paola Calvano.
A difendere A.M. sono due legali , La Rana e il collega Raffaele Giacomucci. Gli avvocati hanno comunque annunciato l’intenzione di presentare ricorso al Tribunale del Riesame per ottenere per l’imputato la custodia domiciliare.
” A.M. ha risposto alle domande del giudice ed ha spiegato che non era sua intenzione fare del male nè tanto meno uccidere la donna. Il suo è stato un gesto irrazionale “, assicurano i difensori.
A San Salvo, dove A.M. è cresciuto tutti lo descrivono come una persona tranquilla . Il trentenne aveva conosciuto la sua compagna proprio in paese. La donna, di origine straniera, dopo qualche anno aveva deciso di seguire i suoi genitori a Roma.
Tutti i dettagli sulla vicenda li trovate stamane sul quotidiano dell’Abruzzo Il Centro.