mercoledì, Luglio 23

Vasto Marina, per un palazzo più alto di due piani i vicini ricorrono al Tar

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Hanno comprato casa a pochi metri dal mare per godere della impareggiabile vista sul golfo, ma da alcuni mesi al posto del panorama vedono solo lo scheletro di cemento del palazzo in costruzione. Succede a Vasto Marina, nel centralissimo lungomare Cordella, dove è in corso di realizzazione un nuovo edificio più alto di quelli già esistenti di almeno 9 metri. Circostanza che ha spinto  sette condomini che abitano in un fabbricato confinante, a rivolgersi al Tar di Pescara.

L’udienza di merito è stata fissata a dicembre 2025. Il contenzioso finito sulla scrivania dei giudici amministrativi regionali ruota  intorno ai  lavori di demolizione e di ricostruzione di un fabbricato iniziati il 14 ottobre 2024, sulla scorta di un permesso a costruire rilasciato all’impresa Diamante costruzione Srl dall’ufficio urbanistico comunale.

Per i ricorrenti l’edificio ha un’altezza di circa 19 metri, a fronte dei 10,50 metri previsti dal piano regolatore generale. In pratica sarebbero stati realizzati, stando alla tesi portata avanti dai cittadini, almeno due piani in più rispetto a quelli consentiti. E’ invece tutto regolare per i tecnici del Comune che, nel rilasciare il permesso a costruire all’impresa pugliese, hanno previsto una serie di deroghe consentite dal decreto sviluppo del 2011 che ha previsto incrementi di cubatura. Due tesi contrapposte su questioni prettamente tecniche su cui dovranno pronunciarsi i giudici del Tar di Pescara. Nel frattempo i lavori stanno andando avanti. 

“L’impatto visivo ed ambientale del fabbricato è sotto gli occhi di tutti”, affermano i ricorrenti, “la costruzione è fatta di cinque piani abitabili, con una altezza complessiva di circa 19 metri, quindi superiore ai limiti stabiliti e prevede un ulteriore piano di superficie coperta ridotta, ma con un’altezza utile tale da poterlo rendere abitabile e una superficie già pronta per essere ulteriormente ampliata con strutture, tipo verande o tende. Il progetto in esame, inoltre, non si configura come una semplice demo-ricostruzione, ma è una vera e propria demolizione e costruzione in deroga di un nuovo edificio. Tra l’altro il progetto è stato approvato solo dalla giunta e non dal consiglio comunale”, insistono i ricorrenti. 

Anna Bontempo (Il Centro)

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