
Sono stati aggiudicati alla società Franchella Angelo eredi srl di Francavilla al mare i lavori di manutenzione e sistemazione nel tratto nord del litorale, zona Bagnante, dove si sono verificati fenomeni erosivi. Si tratta di una passeggiata panoramica rialzata rispetto al livello del mare, delimitata da un muro di contenimento con sovrastante ringhiera e impianto di pubblica illuminazione. In seguito ad alcune problematiche che si sono verificate negli anni il servizio opere marittime della Regione Abruzzo ha assegnato al comune di Vasto un finanziamento di 100mila euro.
Successivamente, in seguito ad altri sopralluoghi e alla necessità di effettuare ulteriori interventi, il servizio opere marittime ha concesso un altro finanziamento di 200mila euro. L’ultimo cedimento della passeggiata risale allo scorso mese di gennaio, quando una porzione di balconata prospiciente il monumento alla Bagnante si è sgretolata. Si tratta di quella parte di lungomare che non è stata interessata ai lavori del 2015.
In seguito a quell’episodio il Comune ha chiesto ulteriori fondi per dare completezza alle opere di protezione e garantire la messa in sicurezza della passeggiata. Quel tratto di lungomare è molto caro ai vastesi per la presenza della statua della Bagnante, uno dei simboli di Vasto Marina. Ma è un pezzo di costa fragile, connotata anche dalla presenza dell’antico porto sommerso. Gli interventi in quella zona – che come conferma l’assessore ai lavori pubblici Licia Fioravante inizieranno a settembre – si annunciano particolarmente complessi per la presenza del sito archeologico che fino a due anni fa era meta di visite guidate organizzate da Italia Nostra del Vastese in collaborazione con il Consorzio Vivere Vasto Marina.
Per consentire i lavori i tecnici hanno preso in considerazione diverse soluzioni, tra cui il trasporto dei materiali e il posizionamento al piede del muro di contenimento direttamente dalla passeggiata, ma le sue dimensioni non permettono l’utilizzo di mezzi idonei per l’esecuzione degli interventi. Dalle ultime valutazioni, anche in seguito a sopralluoghi preliminari con la Soprintendenza, è stata presa in considerazione un’alternativa: il trasporto del materiale tramite la realizzazione di una pista sulla parte di scogliera di protezione già esistente, in modo da non interferire con i resti archeologici.
Anna Bontempo (Il Centro)