La Strada Statale 16 “Trignina” è un’arteria vitale per il nostro territorio, ma anche una delle più pericolose. Troppi incidenti hanno segnato famiglie e comunità.
Eppure, la storia recente dimostra che si può invertire la rotta: quando i Comuni avevano attivato il servizio autovelox, i risultati furono sorprendenti. Gli incidenti mortali si azzerarono.
In quei periodi, il traffico rallentava, i comportamenti alla guida miglioravano e gli incidenti diminuivano drasticamente. Era la prova concreta che controlli e sanzioni non sono un capriccio, ma strumenti che salvano vite.
Non tutti, però, appoggiarono questa scelta. Alcuni comitati locali – talvolta sostenuti da esponenti istituzionali – condussero battaglie per rimuovere gli autovelox. Celebre resta la manifestazione del Comitato Pro Trignina con l’ANAS per eliminare i cartelli di limite a 70 km/h, festeggiando il passaggio a 90 km/h.
Oggi: silenzio e ritorno del pericolo
Oggi, a causa della mancanza di agenti e personale, i Comuni non possono più garantire il servizio di controllo della velocità. Gli autovelox sono spenti e i progressi di sicurezza ottenuti in passato si sono dissolti.
La Trignina è tornata teatro di corse, uso del cellulare alla guida, sorpassi azzardati e comportamenti pericolosi.
C’è chi, come il ministro Salvini, liquida gli autovelox come strumenti per “fare cassa”. Ma chi amministra con coscienza sa che, a volte, bisogna prendere decisioni impopolari se servono a salvare vite. Questa è la differenza tra populismo e responsabilità. La sicurezza non si conquista con slogan, ma con scelte concrete e coraggiose.
Per questo stonano gli interventi tardivi e opportunistici dell’assessore Magnacca e del consigliere regionale Prospero, che oggi si riscoprono paladini della sicurezza dopo un lungo silenzio. Anzi, in passato Prospero ha persino criticato nella sua città misure come l’installazione di dissuasori Velo-Box e di apparecchiature per il rilevamento delle infrazioni semaforiche.
E ancora in questi giorni, sulla stampa, leggiamo interventi di politici con incarichi che sollecitano misure di sicurezza, ma che appaiono più come spot elettorali che come impegni concreti. Come dimostra anche l’articolo pubblicato sul Centro (“Trignina inadeguata: Salvini venga a vedere”), non basta inviare lettere al ministro per chiedere interventi. Servono scelte immediate e misure efficaci, non passerelle istituzionali.
Serve la voce dei cittadini
È il momento che i cittadini dei paesi che si affacciano sulla Trignina – e che ogni giorno corrono i rischi maggiori – facciano sentire la propria voce. Per la loro sicurezza, per quella dei figli e delle famiglie, devono chiedere con forza misure efficaci.
In attesa di un eventuale raddoppio delle carreggiate – che richiederà anni e grandi investimenti – l’unica soluzione immediata è il ricorso agli autovelox.
Non esistono alternative: come dimostrato in passato, solo il controllo e le sanzioni possono fermare i comportamenti pericolosi. La Trignina può tornare sicura, ma serve il coraggio di agire, senza opportunismi e senza paura delle scelte impopolari.
Coordinamento partito socialiste del vastese