
“Bisogna trasformare la crisi del turismo balneare in un ripensamento dell’offerta turistica, più in senso qualitativo e meno in senso quantitativo”. Nicholas Tomeo, professore a contratto al corso di laurea magistrale in management del turismo e dei beni culturali, offre alcuni spunti di riflessione sul turismo e sugli eventi “che dovrebbero essere ripensati per avere una città più educante”. Chiaro il riferimento agli accessi al Pronto Soccorso, in occasione della Notte Rosa, da parte di ragazzini in coma etilico.
Il suo è un intervento in controtendenza, in un settore dove i numeri la fanno da padrone.
“Il successo di un evento non può tradursi in termini di affluenza”, attacca Tomeo, “se vogliamo essere una città educante, soprattutto per quanto riguarda gli adolescenti, dobbiamo acquisire la capacità di ripensare certi eventi e di assumere la responsabilità pedagogica di quello che si fa. Gli accessi al Pronto Soccorso per l’eccessivo consumo di alcol dovrebbero allarmare. Credo che si possa coniugare la necessità dei commercianti con un turismo accogliente e di qualità, creando eventi diffusi che apportino anche una capacità di accrescimento culturale”.
Parliamo di turismo balneare. “Ovviamente dobbiamo aspettare i numeri ufficiali che arriveranno in autunno”, riprende Tomeo, “ma se venisse confermata la crisi questa potrebbe essere l’occasione per ripensare anche l’approccio turistico che non deve essere necessariamente solo ed esclusivamente numerico. Bisogna trasformare la crisi in un’opportunità. E quindi trasformare questa crisi turistica balneare in un ripensamento dell’offerta turistica, più in senso qualitativo e meno in senso quantitativo. Puntare sull’accrescimento di numeri turistici impatta inevitabilmente sulla qualità della vita di chi il territorio lo vive quotidianamente. In primis sull’aumento dei prezzi generali e in modo particolare su quello delle abitazioni. Faccio un esempio. A Vasto ormai è praticamente impossibile trovare una casa in affitto tutto l’anno, ma solo nel periodo che va da settembre/ottobre a maggio. E questo si ripercuote inevitabilmente sul diritto all’abitare, sulla qualità della vita. Allora la questione è possiamo ripensare il turismo con un nuovo approccio che punti alla qualità, in senso innanzitutto culturale? Un turismo che guardi ad esempio alle riserve naturali che sono presenti a Vasto come una valorizzazione naturalistica e non di massa, quindi diminuire il numero di turisti che vanno nelle aree protette? Voglio precisare che quando parlo di turismo di qualità, non intendo, ovviamente, un turismo elitario, ma un turismo controllato nei numeri, finalizzato alla conoscenza del patrimonio territoriale, culturale, storico e sociale dei territori”.
Anna Bontempo (Il Centro)