
Un progetto per ripristinare la Via Verde tagliata in due dalla frana a costi contenuti. Dopo mesi di annunci e proposte, si fa strada una ipotesi progettuale che consentirebbe di riaprire ai ciclisti il tratto della riserva naturale di Punta Aderci, interessato da un grave smottamento lo scorso mese di marzo, con una spesa di gran lunga inferiore a quella ipotizzata inizialmente.
Della redazione dell’elaborato si sta occupando l’ufficio servizi manutentivi del comune di Vasto e non i tecnici della Provincia di Chieti che, dopo il primo sopralluogo, avevano stimato una spesa dai 3 ai 4 milioni di euro, un costo che era sembrato a tutti eccessivo. Dopo una serie di riunioni operative, a cui ha partecipato l’assessore Alessandro D’Elisa, e ricognizioni sul posto il Genio civile ha dato l’ok al comune di Vasto per la predisposizione del progetto preliminare. L’intervento prevede il ripristino delle condizioni di sicurezza e le opere di canalizzazione a prezzi contenuti. Non si parla più di 3/4 milioni di euro, ma di una cifra più abbordabile, tra 100.000 e 200.000 euro. Difficile, al momento, essere più precisi.
“Potrò fornire qualche dettaglio fra qualche giorno”, taglia corto l’assessore D’Elisa. Quel che conta adesso è che si stia finalmente lavorando per risolvere il problema, la cui causa è stata identificata nella mancata manutenzione delle opere di raccolta idrica che le Ferrovie avevano realizzato negli anni e che drenavano le acque provenienti dall’alto, scaricandole a valle.
Del resto che la spesa stimata dagli uffici tecnici della Provincia fosse eccessiva lo aveva detto a chiare lettere in una intervista al Centro l’ingegner Edmondo Laudazi, secondo il quale per ripristinare il percorso in sicurezza, con una opera di consolidamento a valle e un drenaggio a monte, sarebbero stati sufficienti 30/40mila euro, quindi una somma di gran lunga inferiore a quella ipotizzata dalla Provincia. Interventi che, secondo il professionista vastese, si sarebbero potuti realizzare in una settimana. Nel frattempo i ciclisti non sono rimasti a guardare. Non tutti hanno utilizzato i percorsi alternativi segnalati per bypassare il tratto della riserva franato. Alcuni non si sono affatto rassegnati e hanno iniziato a ricavarsi un sentiero alternativo tra alberi caduti e rami spezzati.
Passa e ripassa, è nata una vera e propria mulattiera a doppio senso di marcia. A renderla più sicura è apparso un passamano in corda, teso con cura tra i tronchi. Insomma, c’è chi – ignorando il cartello della Provincia che interdice il tratto al transito pedonale e ciclabile – si è ingegnato per tracciare un nuovo sentiero a ridosso di quello franato.
Anna Bontempo (Il Centro)