Bandiere palestinesi, barchette di carta e un solo slogan “Palestina libera” urlato e ripetuto più volte. Decine di persone si sono ritrovate sul pontile di Vasto Marina per esprimere il loro pieno sostegno alla Global Sumud Flotilla, salpata nei giorni scorsi da Genova e Barcellona e ora in viaggio con l’obiettivo di creare un corridoio umanitario in soccorso della popolazione palestinese, stremata e affamata. Nel corso del sit in organizzato dall’associazione “Impatto” e dai giovani democratici, ci sono stati lunghi ed accorati interventi.
“Siamo dalla parte di chi sfida il mare per portare aiuti”, ha esordito il Lorenzo Antonellini, presidente dell’associazione, “il popolo palestinese ha diritto di vivere, respirare ed avere accesso libero al mondo. Le barche della Flotilla sono piccole, ma con una forza enorme. Sono il segno di una solidarietà internazionale che non si arrende al silenzio dei governi e non accetta che la Striscia di Gaza resti una prigione a cielo aperto”.
Nel corso della manifestazione – che ha registrato anche gli interventi di Bianca Campli (Unesco), Rosa Pia Di Martino (Comitato per la liberazione della Palestina) e di Rocco Leone (Giovani democratici), è stato denunciato anche il cosiddetto piano Great Trust, un progetto di ricostruzione economica filtrato nelle scorse settimane dalla stampa statunitense e presentato come una possibile via di uscita per Gaza nel post-conflitto.
Il piano, secondo i promotori del sit in “ridurrebbe i palestinesi a inquilini della propria terra”, cancellando ogni prospettiva di autodeterminazione. Gaza non è in vendita, non serve un piano Marshall coloniale, ma la fine dell’assedio”. Al termine del presidio tanti applausi e un coro: “Palestina libera”.
Anna Bontempo (Il Centro)
