
In un momento cruciale per il rilancio del Mezzogiorno e per la competitività del sistema produttivo italiano, il modello della Zona Economica Speciale unica (ZES) si conferma uno strumento strategico capace di generare investimenti, semplificare le procedure e creare occupazione. L’approvazione dell’emendamento governativo che istituisce il nuovo Dipartimento per il Sud presso Palazzo Chigi, con il compito di gestire le politiche di sviluppo e coordinare l’operatività della ZES, apre una nuova fase che richiede visione, continuità e stabilità.
Confindustria Abruzzo Medio Adriatico si unisce con forza all’appello lanciato da Confindustria nazionale per garantire continuità operativa e strategica a questo modello, che ha già dimostrato di essere efficace nel favorire la crescita del Mezzogiorno. Le previsioni economiche per il 2025 indicano un PIL regionale in aumento dello 0,8%, in linea con la media nazionale, grazie soprattutto al ruolo degli investimenti e all’attuazione di strumenti chiave come il PNRR, la ZES e i Fondi Strutturali.
«Le imprese abruzzesi hanno bisogno di stabilità, tempi certi e procedure snelle. Il modello ZES unica ha funzionato e i numeri lo confermano: iter autorizzativo chiaro, credito d’imposta e semplificazioni hanno creato un ambiente favorevole agli investimenti. Qualsiasi interruzione o incertezza rischia di rallentare la crescita proprio nel momento in cui il sistema produttivo sta dimostrando grande vitalità.», dichiara Lorenzo Dattoli, Presidente di Confindustria Abruzzo e di Confindustria Abruzzo Medio Adriatico, commentando l’istituzione del nuovo Dipartimento per il Sud che avrà il compito di gestire la ZES.
In Abruzzo, i benefici della ZES unica sono tangibili soprattutto nei settori trainanti dell’economia regionale: agroalimentare, abbigliamento-moda, aerospace, meccatronica, chimica-farmaceutica, ICT e logistica. Settori che hanno già avviato progetti di investimento e innovazione grazie al quadro agevolativo offerto dalla ZES. Ci sono state infatti oltre 100 richieste di autorizzazioni uniche in Abruzzo, con investimenti per circa 260 milioni di euro (fonte Svimez) con conseguente sensibile caduta sull’occupazione.
«Voglio ricordare che la nostra regione esprime l’8,2% del valore aggiunto (36,2 mld di euro) complessivo del Mezzogiorno. La struttura produttiva si caratterizza per un peso maggiore dell’industria rispetto alla media meridionale e la manifattura gioca un ruolo rilevante con 7.962 imprese, oltre 72 mila occupati e 9,3 mld di euro di export. Per preservare questo sistema economico, ora serve una visione di medio-lungo periodo. Per il 2025 le stime danno un PIL del Mezzogiorno in crescita, +0,8% stimato, in linea con le medie nazionali, trainato soprattutto dal ruolo strategico degli investimenti. Un risultato atteso anche grazie all’attuazione coordinata di strumenti fondamentali come il PNRR, la ZES unica e i Fondi Strutturali, che rappresentano leve decisive per sostenere la competitività e la trasformazione del sistema produttivo abruzzese. Un quadro che non deve essere messo in pericolo. Il credito d’imposta va rifinanziato almeno per i prossimi tre anni, ma soprattutto va preservata la struttura che ha permesso di superare le lungaggini burocratiche e garantire autorizzazioni in tempi record. Il rischio è che si inceppi un meccanismo virtuoso, proprio quando il Mezzogiorno – e l’Abruzzo in testa ad esso – sta contribuendo in modo decisivo alla crescita del Paese», conclude Confindustria Abruzzo Medio Adriatico.
L’auspicio è che il Governo, nel definire l’operatività del nuovo Dipartimento, mantenga intatta l’efficacia del modello ZES e ne rafforzi ulteriormente le potenzialità, a beneficio dell’intero sistema produttivo meridionale.