Tra le opere più interessanti della narrativa italiana contemporanea, Pista nera di Antonio Manzini rappresenta un punto di partenza imprescindibile per chi desidera avvicinarsi al giallo d’autore, capace di coniugare l’efficacia dell’intreccio con una notevole profondità psicologica. Pubblicato nel 2013, il romanzo inaugura la serie dedicata al vicequestore Rocco Schiavone, figura ormai iconica del noir italiano.
Il romanzo si apre con il ritrovamento di un cadavere sulla pista da sci di Champoluc, in Valle d’Aosta, regione che diventa subito più di un semplice sfondo: il paesaggio innevato, aspro e isolato, riflette e amplifica il senso di estraneità, solitudine e tensione che permea l’intera narrazione. Il freddo non è solo meteorologico, ma anche umano e morale. Rocco Schiavone, romano trapiantato al Nord per ragioni disciplinari, incarna alla perfezione la figura dell’investigatore atipico. È un uomo segnato da dolori privati, insofferente alle regole, ruvido nei modi e spesso ironicamente scorretto. Eppure, dietro la scorza dura e i metodi poco ortodossi, emerge una coscienza morale acuta, sebbene personale e mai convenzionale.
La sua disillusione nei confronti della giustizia istituzionale non ne spegne il desiderio di verità, e proprio questa tensione lo rende un personaggio tanto complesso quanto affascinante. Antonio Manzini – autore poliedrico, già noto nel mondo del cinema e della televisione – dimostra una notevole padronanza narrativa. La scrittura è asciutta ma raffinata, capace di evocare atmosfere e stati d’animo con pochi tratti precisi. I dialoghi, vivaci e credibili, contribuiscono a costruire un ritmo narrativo serrato, che non rinuncia però a momenti di riflessione e introspezione.
L’indagine, ben congegnata e avvincente, si sviluppa con equilibrio, evitando forzature o artifici, e conducendo il lettore verso una soluzione che soddisfa senza mai risultare scontata. Il delitto, tuttavia, è solo uno degli elementi di interesse: ciò che colpisce maggiormente è la capacità di Manzini di raccontare l’umanità imperfetta dei suoi personaggi, il senso di inadeguatezza che li accompagna, il conflitto tra ciò che si è e ciò che si dovrebbe essere. Pista nera è dunque molto più di un semplice poliziesco: è un romanzo che riflette sul dolore, sull’identità, sull’alienazione, e che lo fa attraverso una voce narrativa limpida e precisa. È una lettura che scorre con piacere, ma che lascia anche un retrogusto amaro, come accade nei migliori noir.
Consigliato a chi ama i romanzi investigativi dallo stile curato, a chi apprezza i personaggi tormentati e realistici, e a chi cerca, nella letteratura di genere, non solo intrattenimento ma anche uno sguardo profondo sull’animo umano.
Consiglio di lettura
Pista nera
Autore:Antonio Manzini
Pagine: 278
Casa editrice: Sellerio
Allegra Linnea Amicarelli