
Il Pd firmerà una richiesta di riesame della delibera per la nomina del Commissario ad acta e, se l’amministrazione comunale non dovesse tornare sui suoi passi, è pronto a inoltrare un ricorso al Tar. Sono le mosse anticipate ieri in conferenza stampa dal segretario del partito, Antonio Boschetti.
Continua dunque a tenere banco la vicenda del piano regolatore generale (Prg) e della delibera, votata dalla maggioranza di centrodestra, che chiede alla Regione la nomina di un Commissario ad acta sul presupposto che alcuni consiglieri non hanno prodotto le dichiarazioni sulla trasparenza, cioè le autocertificazioni sulla consistenza immobiliare delle proprietà di parenti ed affini entro il quarto grado. Contro il provvedimento è insorta l’intera opposizione consiliare. Ieri è stata la volta del partito democratico.
“Su questo argomento, di cruciale importanza per il futuro della città, occorre una posizione netta, chiara ed incontrovertibile”, dice Boschetti, affiancato nell’occasione dal consigliere Giovanni Mariotti, “la richiesta di nomina del Commissario è un atto grave perché espropria il consiglio comunale delle sue competenze e prerogative. In pratica non viene consentito un dibattito democratico. Il Prg è un atto amministrativo complesso: sono 15 anni che lo aspettiamo”.
Boschetti è quindi entrato nel merito della questione, rimarcando che sono mancati dei passaggi fondamentali in merito alla trasparenza amministrativa e quindi ai consiglieri comunali che, essendo incompatibili, non possono votare lo strumento di programmazione. Solo dopo aver esaminato le “singole posizioni e le potenziali incompatibilità”, rimarca il segretario del Pd, “il consiglio avrebbe dovuto chiedere la nomina del Commissario”.
“Il consiglio comunale non può essere espropriato di una prerogativa così alta”, rilancia Boschetti, “bisogna riportare il dibattito nella sua sede naturale”.
Ha quindi annunciato le iniziative che il Pd intende portare avanti insieme al resto dell’opposizione consiliare: il partito firmerà da subito la richiesta di riesame della delibera, ma se l’amministrazione comunale “non dovesse ravvedersi”, ci sarà un ricorso al Tar. Non è da escludere “un momento pubblico”.
Anna Bontempo (Il Centro)














