
Verranno rimossi circa mille tonnellate di rifiuti stoccati abusivamente in un capannone della zona industriale di San Salvo da una impresa privata. L’intervento di rimozione, smaltimento e bonifica del sito è stato approvato dalla giunta comunale che dalla Regione Abruzzo ha ottenuto 340mila euro.
A sollecitare le attività di ripristino ambientale è stato il Noe, il nucleo operativo ecologico dei carabinieri che lo scorso 15 luglio 2025 ha scritto al Comune. Le analisi effettuate dalla Biosan di Vasto hanno accertato che si tratta di materiale assimilabile ai residui del trattamento di rifiuti urbani, stoccati abusivamente in un capannone di contrada Piane San’Angelo, di proprietà di un imprenditore di San Salvo che l’aveva concesso in affitto a una società di un’altra regione finita al centro di una inchiesta sullo smaltimento illecito dei rifiuti.
In realtà a provvedere alla rimozione del materiale abusivamente stoccato nel capannone avrebbe dovuto essere il privato, ma nonostante una ordinanza firmata nel 2020 dall’allora sindaca Tiziana Magnacca, l’imprenditore non ha ottemperato. Per risolvere il problema l’amministrazione comunale è riuscita ad ottenere 340mila euro dalla Regione, somma che verrà impiegata per la rimozione, lo smaltimento e la bonifica del sito. Quello dei rifiuti stoccati in maniera illecita è un problema di stringente attualità. Nei giorni scorsi i carabinieri forestali di Villa Santa Maria, insieme ai colleghi di Vasto e al nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale di Chieti, hanno scoperto un deposito di 230 tonnellate di rifiuti tessili provenienti dai cassonetti degli abiti usati, stoccati in un impianto industriale senza le prescritte autorizzazioni.
Anna Bontempo (Il Centro)














