domenica, Dicembre 7

Aree surf nel nuovo Piano Demaniale: servono serietà, competenze e rispetto del patrimonio naturale

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Sorpresa, stupore: accogliamo così la notizia che l’amministrazione comunale ha individuato, nel piano per le concessioni demaniali, in località Canale e San Nicola, aree da adibire alla pratica del surf, evidentemente adatte allo scopo. Stupore perché in trent’anni di surf a Vasto nessuno di noi surfisti si è accorto che in questi punti della costa si formano onde adatte al surf. Evidentemente l’amministrazione comunale, oltre a gestire e proteggere in maniera encomiabile le risorse naturali del litorale vastese, sembra, al di là di ogni dubbio, avere competenze straordinarie anche nel ricercare l’“Onda Perfetta”, il sogno di ogni surfer, in posti evidentemente, e a torto, mai prima considerati per la pratica del surf dalla comunità surfistica.

Il surf a Vasto si fa a Vignola, l’onda, una eccellenza riconosciuta a livello internazionale, un miracolo irripetibile della natura, esiste solo lì, in quei 700 mt di costa. Un patrimonio da conservare e tutelare, assolutamente unico nel suo genere per centinaia di km di costa adriatica: una rarità geologica e sportiva, un patrimonio che genera valore, identità e reputazione. C’è un progetto di barriere che lo cancella. C’è ricorso al TAR per difenderlo come bene comune; si aspetta giudizio di merito.

Possiamo comprendere che non tutte le amministrazioni sappiano riconoscere le opportunità offerte dal territorio.

Possiamo anche comprendere che un operatore turistico non colga l’enorme valore commerciale derivante dall’avere davanti al proprio villaggio un surf spot di livello mondiale – un potenziale che coinvolge 200.000 praticanti in Italia e oltre 50 milioni nel mondo.

Possiamo persino comprendere la prudenza di fronte a progetti milionari e a cordate imprenditoriali forti, oppure un certo pregiudizio culturale verso il surf, percepito da alcuni come sport “estraneo”.

Sono limiti umani, opinabili ma comprensibili.

Ciò che non si può comprendere è la mancanza di oggettività.

Alla luce delle conoscenze tecniche e delle caratteristiche naturali del litorale, sostenere che in località Canale o San Nicola si possa praticare il surf significa ignorare l’evidenza.

Le possibilità di trovare onde surfabili in quei punti sono le stesse che si avrebbero a Monteodorisio o a Guilmi o a Cupello: nessuna.

Per questo chiediamo un minimo di serietà.

Se non si ritiene opportuno confrontarsi con chi da trent’anni studia e frequenta il mare di Vasto, basterebbe porre una domanda a qualunque cittadino che conosca la nostra costa:

“Si fa surf in località Canale?”

La risposta sarebbe chiara.

La posizione è semplice e non è mai cambiata.

Il surf a Vasto si fa a Vignola.

Ed esiste la possibilità – tecnica, realistica, già documentata – di modulare il progetto di difesa costiera, proteggendo le abitazioni e le infrastrutture senza distruggere l’onda.

Lo abbiamo sempre sostenuto.

Questo è il tema.

Il resto sono affermazioni approssimative che non rendono onore alla complessità del territorio né al dibattito pubblico.

Litorale Vivo

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