
“La casa è un diritto, non una merce”. Lo striscione alle spalle del castello Caldoresco, in piazza Barbacani, ha racchiuso lo spirito del sit in organizzato sabato scorso da Conviviale, Collettivo Malamend3, Cub, Usb e Cobas sulla emergenza abitativa in città. Nel corso dell’incontro – a cui hanno partecipato una trentina di persone – hanno portato la loro testimonianza i fratelli Michele e Liliana D’Ambrosio, che rischiano concretamente di finire in mezzo alla strada in seguito allo sfratto intimato dal Comune di Vasto per i locali dell’ex mattatoio.
Nei giorni scorsi Il Centro ha pubblicato l’intervista a Maurizio Bucci, presidente dell’Ater, rimarcando che gli alloggi popolari disponibili in città sono solo 14 a fronte di 160 domande.
“Moltissime famiglie, single e anziani vivono in case fatiscenti”, tirano le somme alla Casa del popolo, “tante persone sono in cerca di una casa, ma non riescono ad ottenerla a causa dei troppi contratti brevi e dai canoni alle stelle. E mentre c’è chi, come Michele e Liliana, rischia di finire in mezzo ad una strada, altri possono farsi vanto di avere tre, quattro, cinque case su cui guadagnare e speculare. Un’ingiustizia sociale indegna di una città che voglia definirsi civile. L’amministrazione comunale dov’è in tutto questo?”, chiedono i referenti dell’associazione, “ a crogiolarsi delle decine e decine di nuove strutture ricettive extra-alberghiere a Vasto: B&B, affittacamere, residence che sottraggono immobili dalle disponibilità abitative per entrare nel circolo del mercato turistico, fatto di lavoro povero e grossi guadagni solo per pochi, alimentando, così, il disagio sociale. Se questa è la scelta dell’amministrazione comunale, se questa è la sensibilità degli amministratori di Vasto, ci vedrete ancora in piazza per Michele e Liliana, per chi soffre la crisi abitativa e sociale, per reclamare il diritto alla casa e ad una vita dignitosa”.
Anna Bontempo


















