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L’ombra della malavita organizzata ancora una volta allerta il Vastese . Questa volta si parla di reati ambientali ma anche traffico di sostanze stupefacenti ed estorsione. L’area compresa nel triangolo Vasto – San Salvo – Monteodorisio è finita nella maxi inchiesta avviata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Campobasso. Quarantasette le persone raggiunte da avviso di garanzia. Fra loro alcuni personaggi del Vastese. A capo della presunta organizzazione criminale ci sarebbero secondo la Dda , figure malavitose che operano in Puglia e Molise dedite a varie attività illecite. Una vera e propria associazione a delinquere che avrebbe messo gli occhi sull’area industriale di Piana Sant’Angelo e non solo. I 47 indagati sono coinvolti, a vario titolo, in reati di estorsione, traffico illecito di rifiuti e turbativa d’asta.
Stamane, a firma di Paola Calvano, il quotidiano dell’Abruzzo Il Centro ha pubblicato un ampio servizio sull’argomento.
Nelle oltre 100 pagine del dispositivo, il procuratore di Campobasso, Nicola D’Angelo, ha ricostruito una fitta rete di rapporti estorsivi legati al mancato pagamento di sostanze stupefacenti, al traffico illecito di materiali speciali e pericolosi – tra cui l’amianto – da parte di aziende dislocate lungo la costa molisana, riuscite a ottenere profitti in assenza di autorizzazioni e con false attestazioni.
L’indagine è stata portata avanti anche con intercettazioni ambientali.
Grazie a loro la Dda ha scoperto una serie di attività illegali accompagnate da intimidazioni e minacce tra soggetti della provincia di Foggia in contatto con esponenti della malavita del Vastese. Nei vari tronconi d’inchiesta, un aspetto rilevante è riservato a imprese operanti nel comparto ambientale e funzionari coinvolti a vario titolo. Tra questi ultimi spiccano anche alcuni professionisti. Nel lungo dossier il Vastese viene citato come snodo della movimentazione di rifiuti senza le necessarie autorizzazioni da parte di due società termolesi: che avrebbero , simulato operazioni di riciclo inesistenti per giustificare la movimentazione dei materiali. I rifiuti, sarebbero stati poi trasferiti nella zona di Monteodorisio ma anche a San Salvo e Vasto, per lo smaltimento.