Un evento storico ha segnato profondamente a Vasto l’odierna ricorrenza della Festa di San Giuseppe.
Dopo 25 anni, la sacra effige, che rappresenta il falegname di Nazareth, è stata portata in processione per le vie principali della Città. Un rito che si è ripetuto dopo 25 anni perché quello che stiamo vivendo è l’anno giubilare indetto da Papa Francesco ed iniziato a fine dicembre con l’apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro a Roma. La Concattedrale di San Giuseppe della nostra città è stata designata come una delle sedi giubilari della Diocesi di Chieti-Vasto..
Per la celebrazione di un evento così importante mons. Bruno Forte, nostro amato Pastore, ha inteso presiedere il solenne rito religioso concelebrato con i parroci ed i sacerdoti sotto le navate della gotica cattedrale di Vasto. Un rito che ha visto la partecipazione di tantissimi fedeli molti dei quali non hanno trovato spazio all’interno del sacro luogo di culto. Nel corso della concelebrazione mons. Forte ha impartito il sacramento della Cresima ad un gruppo di giovani che si erano preparati per diventare oggi “soldati di Cristo”.
Naturalmente ha fatto gli onori di casa don Luca Corazzari, Parroco della Concattedrale, che ha rivolto un indirizzo di saluto e di ringraziamento al nostro Arcivescovo.
Al termine della celebrazione eucaristica la statua di San Giuseppe ha lasciato dopo 25 anni la Cattedrale per attraversare il centro storico di Vasto passando tra due ali di folla.
Hanno partecipato con devozione ed in raccoglimento i componenti le Confraternite cittadine: Maria SS. Del Carmine, Maria SS. Addolorata, Sacro Monte dei Morti, Sacra Spina e Gonfalone, SS. Sacramento. La statua di San Giuseppe è stata trasportata dai soci dell’A.N.M.I. (Associazione Nazionale Marinai d’Italia) con un picchetto d’onore.
«Sarà un momento di grande emozione poter vivere questo evento straordinario con tutti voi», aveva dichiarato nei giorni scorsi Don Luca Corazzari, sottolineando l’importanza della processione nel contesto del Giubileo.
Per l’intera durata dell’anno giubilare, la statua di San Giuseppe resterà esposta alla venerazione dei fedeli, permettendo così a tutti di ammirarla da vicino. Durante la celebrazione, è stata anche dedicata una preghiera particolare ai papà, sia a quelli presenti che a coloro che non ci sono più, oltre a un pensiero per chi si trova in difficoltà o vive lontano dalla propria famiglia.
Don Luca Corazzari, parroco di San Giuseppe, nei giorni scorsi, aveva presentato l’odierna cerimonia religiosa con queste parole:
“Carissimi, l’anno 2025 è un anno speciale non solo per la grazia di vivere un anno giubilare, di cui la nostra Concattedrale è una delle sedi, ma come da antica tradizione potremo scendere la Statua di San Giuseppe dalla nicchia centrale dell’abside della Chiesa per riportarla finalmente in processione. Sarà un momento di grande emozione poter vivere questo evento straordinario con tutti voi, per me lo sarà ancora di più essendo la prima volta che potrò accompagnare il Patrono della nostra parrocchia per le strade del centro storico di Vasto dopo 25 anni. Dato il momento certamente raro, ho deciso di far rimanere la statua esposta alla venerazione di tutti per l’intero anno giubilare, così da poterla ammirare più da vicino anche in tutta la sua bellezza artistica.
Il contesto culturale e sociale in cui stiamo vivendo dove tanti giovani si sentono in difficolta e insicuri nel guardare il loro futuro, mi porta a rivolgere una particolare preghiera a favore di quei uomini timorosi di diventare genitori e di prendere con sé gli impegni e le responsabilità di una vita donata e accolta, affinché non si chiudano nella paura e nell’egoismo ma, guardando la figura di San Giuseppe, sappiano aprirsi con speranza e fiducia nella costruzione di un mondo migliore. Un pensiero e una preghiera va soprattutto a quei papà presi da sentimenti di profondo dolore e smarrimento per la perdita di un figlio/a, perché non si lascino consumare dallo sconforto e dalla ricerca di una risposta mai esaustiva, ma abbiano la forza di continuare a riporre la loro speranza in un Dio che ha vinto la morte”.