Ogni anno, nel mondo, si festeggiano ben quattro Pasque: ebraica, cattolica, islamica e ortodossa. In questo articolo metteremo in evidenza le loro origini e differenze. Procederemo in ordine cronologico.
LA PASQUA EBRAICA
Il termine Pasqua deriva dall’ebraico “Pesach” che significa “passaggio”, vale a dire l’esodo compiuto, sotto la guida di Mosè, dalla cattività egizia fino alla Terra promessa. Questo evento è ricordato dal Libro dell’Esodo in cui Dio comunica al popolo ebraico che li libererà dalla prigionia punendo gli Egizi uccidendone i figli primogeniti:
« In quella notte io passerò per il paese d’Egitto e colpirò ogni primogenito nel paese d’Egitto, uomo o bestia; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. (…) » ( Es 12, 12, su laparola.net.)
Attraverso Mosè Dio ordina di segnare le loro porte con del sangue di agnello cosicché:
« (…) quand’io vedrò il sangue, passerò oltre, e non vi sarà piaga su di voi per distruggervi, quando colpirò il paese d’Egitto. » ( Es 12, 13, su laparola.net.)
Ecco di nuovo la parola chiave: “Passerò oltre”. Dunque il termine “Passaggio” è sia riferito al passaggio di Dio in Egitto, sia al passaggio compiuto dal popolo ebraico dalla prigionia d’Egitto alla libertà nella Terra Promessa.
Altro aspetto importante è la presenza del sangue dell’agnello sulle porte, una segnatura che salva il popolo di Israele dall’ira divina destinata agli egizi. L’agnello dunque diventa simbolo di salvezza. Gli stessi ebrei ricordavano e ricordano la fuga dall’Egitto sacrificando a Pasqua un agnello. Non solo. Per i cristiani, oltre all’innesto con la religione ebraica, vi è anche un altro motivo: il Cristo è definito “Agnello di Dio”, così come salutato da Giovanni Battista quando all’arrivo del Salvatore disse: “Ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”; sono le stesse parole che vengono utilizzate ad ogni messa.
Quando cade la Pasqua ebraica?
La Pasqua ebraica è da sempre celebrata il quattordicesimo giorno del mese Nisan, che è il primo mese del calendario ebraico il quale, essendo un calendario lunisolare (29-30 giorni), rende difficile una conversione precisa con quello gregoriano che è un calendario solare, possiamo però dire, in termine più generali, che cade in corrispondenza della luna piena di marzo-aprile. Infatti, come i più antichi calendari, l’inizio dell’anno anche per gli ebrei era fissato in primavera che è la stagione in cui tutto rinasce, in cui comincia un nuovo ciclo vitale.
Una festa di Primavera
La Pasqua ebraica dura otto giorni ed è appunto una festa primaverile. Il primo giorno è caratterizzato da una cena consumata nella notte tra il 14° e 15° giorno di Nisan, gli altri sette giorni la festa continua attraverso il consumo di pane obbligatoriamente non lievitato (Festa dei pani azzimi). Probabilmente questa usanza ricorda proprio la fuga dall’Egitto durante la quale non c’era stato il tempo di far lievitare il pane.
LA PASQUA CATTOLICA E PROTESTANTE
Le affinità con la Pasqua ebraica
Anche per i cristiani il termine “Pasqua” indica un passaggio, quello dalla morte terrena alla vita eterna. Infatti la morte è solo “apparente” perché attraverso di essa, secondo quanto accaduto a Gesù, al cristiano si schiude l’inizio di una nuova vita, quella vera e perpetua.
Anche per noi la Pasqua è una festa primaverile che non ha una cadenza fissa, come invece per il Natale, ma varia di anno in anno.
Anche per noi c’è la presenza dell’agnello che viene sacrificato in questo giorno come simbolo/auspicio di salvezza, ma anche in ricordo del sacrificio di Gesù denominato, come già abbiamo detto, “Agnello di Dio”.
La stessa Ultima cena ricalca quella compiuta dagli ebrei prima di incamminarsi verso la Terra promessa.
Perché la Pasqua non ha una data fissa?
Come per la Pasqua ebraica, anche la Pasqua cristiana deve capitare in una domenica quando vi è la luna piena. Così al Concilio di Nicea del 325, il primo della Storia della Chiesa, si decise di farla cadere alla domenica successiva il primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera che per la Chiesa è stato fissato, una volta e per sempre, al 21 marzo anche se, in termini astronomici, oscilla tra il 19 ed il 21. Ciò significa che la Pasqua cattolico-protestante potrà cadere entro un periodo circoscritto tra il 22 di marzo ed il 25 aprile. Da qui il famoso detto: “Quando Pasqua vien di maggio!”, quindi mai!!
L’uovo di Pasqua: significato e tradizione
L’uovo come simbolo di nuova vita risale alla religiosità pre-cristiana e interessa le civiltà egizia, mesopotamica e greca. In non poche tombe sono state infatti ritrovate delle uova a simboleggiare appunto l’inizio di una nuova vita. Non a caso l’usanza cristiana delle uova di Pasqua è iniziata tra i primi cristiani della Mesopotamia.
Il Cristianesimo riprese dunque le antiche tradizioni pagane rielaborandole intorno alla morte e resurrezione di Cristo. Infatti come l’uovo apparentemente è come un sasso inanimato, ma invece è pronto a schiudersi per dare alla luce una nuova vita, allo stesso modo Gesù chiuso nel sepolcro di pietra, dopo tre giorni, è risorto a nuova vita spalancando la sua tomba.
Anche lo scambio delle uova ha origini antichissime, come auspicio di una vita rinnovata così come la primavera dà inizio ad un nuovo ciclo vitale.
LA PASQUA ISLAMICA
La gioia dal sacrificio
La Pasqua è sacrificio prima di rinascere ad una nuova vita. Così il sacrificio del popolo ebraico nel suo faticoso esodo dalla prigionia alla Terra promessa; quello di Gesù per salvare l’umanità e la sua Resurrezione. Anche la Pasqua islamica si basa sul sacrificio, in questo caso però riguarda il sacrificio chiesto da Dio ad Abramo di immolargli suo figlio Isacco.
Maometto: il terzo profeta di Dio
Forse non tutti sanno che Maometto si considerava il terzo profeta inviato da Dio dopo che prima gli ebrei e poi i cristiani avevano deviato dalla retta via a loro indicata da Mosè e Cristo.
La Festa del Sacrificio
Quindi l’islamismo attinse molto dalla religione ebraico-cristiana, specie dal Vecchio Testamento. Ecco dunque il motivo per cui la Pasqua islamica ricorda il sacrificio di Abramo, considerato il primo patriarca dell’Islam, appunto nella “Festa del Sacrificio”, chiamata in arabo l’Eid al-Adha che viene celebrata il 10 del mese di dhu al-higgia (l’ultimo mese del calendario lunare) e ha una durata di tre o quattro giorni durante i quali vi è l’immolazione di un capo di bestiame nello stesso momento in cui i pellegrini fanno altrettanto nella valle di Mina vicino a La Mecca. A causa della struttura lunare del calendario islamico, e ad una serie di aggiustamenti su di esso operata, la Festa del Sacrificio, come le altre tre Pasque, cambia di anno in anno. Solo per fare un esempio, nel 2024 è caduto il 16 giugno mentre nel 2025 cadrà il 6 giugno del calendario gregoriano.
LA PASQUA ORTODOSSA
Somiglianze e differenze
Si distingue da quella cattolica e protestante per alcuni motivi, primo fra tutti il criterio che ne stabilisce la cadenza. Se da un lato anche la Pasqua ortodossa viene festeggiata la prima domenica di luna piena dopo l’equinozio di Primavera, dall’altro occorre considerare che gli ortodossi, sul piano religioso, non hanno mai aderito alla riforma del calendario operata da papa Gregorio XIII (vedi nostro articolo del 9 gennaio sul Capodanno) e dunque sono indietro di circa 13 giorni rispetto al nostro calendario. Inoltre la loro Pasqua deve necessariamente cadere dopo la Pasqua ebraica, per rispettare l’ordine storico degli accadimenti. Questi rigidi criteri fa sì che la Pasqua ortodossa possa essere festeggiata anche qualche settima dopo la nostra anche se, dopo 11 anni, quest’anno le due Pasque cristiane saranno festeggiate lo stesso giorno, il 20 di aprile.
La domenica dei Salici
La nostra Domenica delle Palme è per gli ortodossi la Domenica dei Salici. Questa variante, molto probabilmente, viene dal Paese ortodosso più grande, la Russia, dove le palme non crescono a causa del troppo freddo, così come non vi crescono gli ulivi, ecco allora che le palme sono state sostituite dai salici che a primavera lì cominciano a gemmare. D’altronde pure alle nostre latitudini le palme scarseggiano per questo anche la Chiesa cattolica ha sostituito le palme con i ramoscelli d’ulivo, altra pianta biblica simbolo di pace.
La Settimana santa ortodossa
Nele due domeniche prima di Pasqua, seguite ad una Quaresima di sei settimane, si pratica il digiuno mentre la ricorrenza della Passione di Cristo è anticipata al Mercoledì santo, altro giorno di digiuno per ricordare la Passione, invece il Giovedì si commemora l’Ultima cena e ci si scambiano le coloratissime uova di Pasqua, anche se la tradizione vuole che siano colorate di rosso per ricordare il sangue versato da Gesù. Il venerdì è dedicato alle liturgie. Il sabato si festeggia con un bel pranzo e a mezzanotte, quando si sciolgono le campane, ci si abbraccia gioiosamente per tre volte ricordando la Resurrezione del Cristo mentre la liturgia pasquale prosegue fino all’alba.
Quali sono i Paesi ortodossi?
I paesi in cui si celebra la Pasqua ortodossa sono diversi: Cipro, Bulgaria, Repubblica di Macedonia, Grecia, Libano, Russia, Romania e Ucraina.
Laura Del Casale