Sul forno crematorio al Villaggio Siv il Comune fa marcia indietro. Dopo la contrarietà espressa dai residenti del quartiere al confine con San Salvo, l’amministrazione ha deciso di proporre alla società che ha presentato il progetto di finanza, di individuare altre aree della città dove realizzare il cimitero con annesso forno crematorio.
La decisione di cercare una nuova localizzazione è emersa nel corso di un recente incontro che il sindaco Francesco Menna e alcuni assessori della giunta hanno avuto con gli abitanti del Villaggio Siv, e per cercare di convincerli non ha esitato a prospettare la realizzazione di altre strutture a servizio del quartiere.
Ma di fronte al “no” irremovibile dei cittadini l’amministrazione ha dovuto fare, suo malgrado, marcia indietro. Insomma, alla fine l’hanno spuntata i residenti che per opporsi alla costruzione del cimitero con annesso forno crematorio avevano anche lanciato una petizione on line che, a dire il vero, ha riscosso poco successo. Ieri avevano firmato solo in 25. In ogni caso l’obiettivo è stato raggiunto. Cimitero e forno crematorio verranno dirottati altrove.
Il progetto di finanza, pari ad un investimento di 5.756. 775 euro, è stato presentato dalla società Italgeco di Roma il 18 luglio 2024. La durata della concessione è di 30 anni (dalla data di sottoscrizione del contratto), mentre i tempi per la realizzazione dell’investimento sono di 60 mesi. I primi dodici mesi saranno destinati alle attività preliminari (progettazione, validazione, approvazione, consegna aree), mentre l’inizio dei lavori decorre dal primo mese della seconda annualità. Nel piano economico finanziario presentato dalla società vengono illustrati nei dettagli cronoprogramma, ricavi di gestione e ricavi per cessione dei manufatti. Il costo per il personale è stato quantificato in 180mila euro l’anno, per un totale di undici addetti, di cui uno full time e gli altri dieci part time.
La proposta presentata dalla Italgeco non prevede alcun onere a carico del Comune, né per la realizzazione dell’opera, né per la gestione e riconosce la corresponsione di un aggio del 3% dei ricavi provenienti dall’attività di cremazione che l’amministrazione aveva però chiesto di rimodulare.
Anna Bontempo (Il Centro)