
Pali della luce inclinati, lesioni ai fabbricati, cordoli che si staccano dai marciapiedi, abbassamenti e rigonfiamenti di porzioni di terreno. Succede a Montevecchio, la bellissima collina di Vasto che degrada verso il mare. In quella zona, notoriamente soggetta a dissesto idrogeologico, sono stati costruiti negli anni strutture ricettive, villette e complessi residenziali, appesantendo un territorio già fragile.
Nel 2022 la Regione Abruzzo, servizio difesa del suolo, ha invitato il comune di Vasto ad avviare le procedure di aggiornamento del Pai (piano di assetto idrogeologico) e le classi di pericolosità, e lo ha ribadito un anno dopo, nel 2023, dopo una serie di segnalazioni sul dissesto idrogeologico pervenute soprattutto da Montevecchio dove abitano oltre 350 persone.
Per poter procedere all’aggiornamento del piano di assetto idrogeologico l’amministrazione comunale ha dato incarico ad un tecnico, il geologo Luigi Di Totto, il quale ha riconsegnato la sua relazione circa un anno fa. Per Italia Nostra del Vastese, da sempre attenta al territorio e alla sua tutela, l’unica strada da percorrere, alla luce della situazione che si è verificata sulla collina di Montevecchio è bloccare nuove costruzioni. Quelle che già ci sono presentano evidenti lesioni e crepe.
“Oltre a mettere in sicurezza i luoghi l’amministrazione comunale dovrebbe ragionare sulla opportunità di mettere un vincolo di inedificabilità assoluta”, dice Davide Aquilano, presidente dell’associazione, “a Montevecchio negli anni si è costruito tantissimo, in virtù di quello che prevede il piano regolatore vigente, in maniera sbagliata. Al dissesto si è cercato di sopperire con le opere di consolidamento sia a spese dei privati che della pubblica amministrazione. Sulla collina di Montevecchio dovrebbe essere apposto il vincolo di inedificabilità assoluta”, rilancia Aquilano, “se invece si segue il criterio del mattone, il criterio clientelare e degli scambi di favore è chiaro che si continuerà non solo ad edificare, ma a far correre rischi molto seri alle persone e alle abitazioni presenti con inutile sperpero di denaro pubblico. E’ impossibile fermare una frana del genere soprattutto se si continua ad aumentare il peso con altre costruzioni. La situazione diventerà ingestibile”, conclude il presidente di Italia Nostra del Vastese.
“Montevecchio è notoriamente un’area instabile”, spiega il geologo Di Totto, “come tutte le colline che si trovano lungo il versante adriatico. L’instabilità nasce nel momento in cui si vanno a fare dei tagli, che possono aiutare a destabilizzare ulteriormente il precario equilibrio della collina. Mi riferisco a strade, muri, costruzioni e raccolta concentrata di acque di scarico. Si tratta comunque di movimenti lenti, un insieme di fenomeni piccoli e grandi che rendono impossibile urbanizzare l’area. Ci sono molti segnali indicativi dove sono state costruite le case”, prosegue Di Totto, “visibili anche ad un occhio poco esperto, facilmente osservabili come pali della luce ed alberi inclinati”.
Per il geologo “la situazione è in continua evoluzione ed è strettamente collegata agli eventi meteorologici: la presenza di una forte nevicata e piogge prolungate e contribuiscono ad accelerare questi movimenti. Anche i periodi di lunga secca aiutano ad aggravare questa evoluzione. I fabbricati tendono a lesionarsi anche nei periodi estivi”.
Anna Bontempo (Il Centro)