lunedì, Giugno 16

L’Uroboro della storia, terza ed ultima parte: dalla dissoluzione dell’Urss all’invasione dell’Ucrania

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La Nuova Russia

Dopo 69 anni, il 26 dicembre 1991 il Soviet Supremo del PCUS votò lo scioglimento dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. L’evento suscitò una sorta di euforia globale fino al punto da preconizzare una pace perpetua e addirittura la fine della Storia, intesa come fine della dialettica marxista e il trionfo globale delle liberal-democrazie. 

La Russia non era più un pericolo, ma una sorta di Eldorado, sostanzialmente poco sfruttato, con cui fare affari, data la ricchezza del sottosuolo e delle risorse naturali (petrolio, gas, legname, carbone, oro, metalli preziosi, palladio, nichel, platino e molto altro), oltre al desiderio di circa 150 milioni di russi di godere dell’economia consumistica di stampo occidentale, desiderio assecondato con entusiasmo dal neo-presidente Eltsin. 

La Russia nella Nato? 

Nel 1994 la Russia aveva firmato la Partnership for peace, una sorta di preambolo per l’ingresso nella Nato, con l’intenzione però di avere un ruolo pari a quello degli Stati Uniti e non ad essi subordinati, come di fatto erano tutti gli altri Paesi aderenti al Trattato. Questa richiesta fu reiterata nel 2000 quando al potere arrivò Putin. Gli Stati Uniti si opposero e la Russia restò fuori. Il nuovo presidente russo  ebbe però la sensazione che la Nato non avesse abbandonato i sentimenti di ostilità verso Mosca, visto che l’Alleanza Atlantica aveva visto entrare, nel 1999, la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia, a cui cinque anni più tardi si sarebbero uniti i Paesi Baltici, la Romania e la Slovacchia. Praticamente nella Nato erano confluiti tutti i Paesi dell’Est europeo, tranne Ucraina, Bielorussia e quindi la Russia. 

Il mestiere di storico 

Chi scrive, non si vuole arrogare un titolo che non ha, ma ricorre al principio di autorità, servendosi delle parole dello storico Alessandro Barbero che, in un video pubblicato su You Tube il 16 marzo 2023 dal titolo “L’Italia ha invaso la Russia tre volte.”, spiega quali sono i compiti di chi fa ricerca storica. 

Barbero, in sintesi, ci dice che lo storico non esprime giudizi di valore come “cattivo”,”buono”, “criminale”, ecc. Lo storico ricerca le cause che sono a monte di determinati eventi storici. Egli vuole capire cosa si nasconda dietro certi comportamenti umani ricercando il perché al di là delle categorie di bene e male. Lo storico inoltre riesce a individuare i pericoli che si celano dietro le conflittualità del momento perché l’essere umano è sempre lo stesso e reagisce allo stesso modo di fronte agli stessi stimoli o provocazioni. Quindi si può prevedere, guardando al passato, come certi fenomeni possano evolvere. Chi governa, al contrario, non sempre vuole capire – sostiene Barbero – anzi se ha già in mente determinate cose non gli interessa nulla di comprendere. Non solo. Chi governa non vuole nemmeno che i cittadini capiscano perché, se essi capissero, probabilmente si opporrebbero ai suoi disegni. In questi contesti sullo storico possono piovere feroci critiche come quello di essere in combutta col nemico, di essere un vile, un disfattista, mentre egli vorrebbe solo mettere in guardia che certe azioni, storicamente, hanno portato a determinate conseguenze. 

La crisi dei missili di Cuba 

Facciamo un esempio di come la Storia si ripeta, magari con gli stessi attori ma con ruoli rovesciati. Nell’ottobre del 1962 il mondo stette per 13 giorni sull’orlo di una terza guerra mondiale a causa della installazione di missili nucleari sull’isola di Cuba da parte dei sovietici. I vertici militari statunitensi premevano per un attacco preventivo allo scopo di distruggerli, senza tener conto di come i Russi avrebbero reagito. Furono John Kennedy e suo fratello Bob a mantenere il sangue freddo e a trovare una soluzione diplomatica ad un evento, la presenza appunto dei missili, che minacciava la sicurezza nazionale statunitense. Data infatti la vicinanza dell’isola caraibica alle coste statunitensi non ci sarebbe stato nemmeno il tempo di preparare una difesa, nel momento in cui un razzo fosse partito verso l’America. A questo punto la domanda dello storico sorge spontanea: se gli USA stavano per scatenare un terzo conflitto mondiale a causa di missili installati a 180 km. di distanza, perché la Russia deve tacere nel momento in cui vede circondarsi da paesi (confinanti) che aderiscono alla Nato e l’ultimo che non ne fa parte (l’Ucraina) vuole entrarci al più presto? Si può rispondere che l’Ucraina è un paese sovrano ed è libero di tessere le alleanze che vuole, pure Cuba era un paese sovrano, perché non avrebbe potuto installare dei missili sovietici anche in risposta al mancato golpe della Baia dei Porci ordito dalla CIA un anno prima per deporre Fidel Castro? 

Il Donbass di Putin come i Sudeti di Hitler 

Un altro esempio per cui la Storia si ripete è dato dall’invasione dell’Ucraina compiuto da Putin il 24 febbraio 2022. Senza entrare nel ginepraio se l’invasione è l’effetto di una causa a monte, vale a dire l’incendio della Casa dei Sindacati di Odessa, oppure la conseguenza delle mire espansionistiche putiniane, dobbiamo dire che “l’operazione speciale” del presidente russo è stata avviata in difesa dei russofoni residenti nel Donbass, identica giustificazione addotta da Hitler quando nel 1938 invase la regione cecoslovacca dei sudeti per difendere la maggioranza germanofona.  In quel caso fu l’inizio delle operazioni belliche naziste finalizzate all’espansione del Terzo Reich. L’invasione dell’Ucraina da parte di Putin è il primo passo verso la conquista dell’Europa? Molti storici, tra cui lo stesso Barbero, come abbiamo visto nella scorsa puntata, ne dubitano fortemente.  

La corsa al riarmo come preludio di guerra? 

La Storia insegna che quasi sempre la corsa agli armamenti sfocia in un nuovo conflitto, anche perché gli investimenti miliardari devono fruttare qualcosa oltre al fatto che gli arsenali di tanto in tanto vanno svuotati per lasciar posto alle armi più moderne e sofisticate. Fu così alla vigilia della Prima e Seconda guerra mondiale, fu così anche durante la Guerra fredda che, sebbene non divenne tra le due superpotenze mai calda, numerosi furono i conflitti a caldo per procura, cioè le grandi potenze si combattevano indirettamente fornendo ai belligeranti della propria parte politica le armi di cui avevano bisogno e, in alcuni casi, anche le truppe. Fu così per la Corea, il Vietnam ed infine la Cambogia. 

Il “ReArm Europe” e i Volenterosi 

Lo scorso marzo, la Commissione europea, di fronte ai timori di una minaccia russa, ha approvato un piano di riarmo per una cifra mostruosa: 800 miliardi di euro! Mi viene in mente una frase che l’autore di Homo insapiens, Cesare Vicoli, fa dire a Leopardi: “Una progenie del genere che spende più per uccidersi che per salvarsi non può che meritare l’estinzione!” 

Infatti si tagliano i finanziamenti alle politiche sociali (pensioni, sanità e istruzione) e ambientali (green deal) al fine di rispettare il patto di stabilità mentre non c’è alcun freno per la spesa militare. Anzi, piano piano stanno cadendo tutti i tabu bellici. Inizialmente le armi occidentali fatte pervenire a Kiev  potevano essere usate solo entro i confini ucraini, poi è arrivata l’autorizzazione per l’utilizzo sul suolo russo, poi sono arrivati i carri armati tedeschi e gli aerei americani infine i droni che lo scorso 2 giugno hanno bombardato aerei russi a migliaia di chilometri dal confine dando luogo ad una sorta di Pearl Harbor russa. Adesso sta per cadere anche l’ultimo tabu: l’invio di truppe, seppur su base volontaria, con il compito, alla fine della guerra (?!), di creare una zona cuscinetto nei territori interposti tra quelli sotto il controllo russo e gli altri ancora sotto la sovranità di Kiev, cosa che la Russia ha già detto di non poter accettare.   

Le deboli resistenze italiane e le parole del ministro Crosetto ci incamminano verso la guerra? 

Dopo un tentativo della presidente del consiglio di esprimere la sua contrarietà all’invio di truppe in Ucraina, preoccupato di rimanere isolato politicamente all’interno dell’UE a guida franco-tedesca, il governo italiano ha fatto marcia indietro, fino alle agghiaccianti parole, intrise di retorica nazionalista e “anticostituzionale”, pronunciate dal ministro della Difesa Crosetto durante la parata del 2 giugno scorso: 

“Occorre, purtroppo, abbandonare l’illusione di una pace garantita per sempre, difendendosi dalle minacce esterne e da quegli attori globali che considerano un orpello i nostri valori fondanti: la pace, la sicurezza, la libertà e la democrazia. Dobbiamo costruire una Difesa nazionale solida e interoperabile, che rafforzi e integri la Nato, attraverso la costruzione di un pilastro europeo della Difesa. […] Servire la Patria significa costruire, [per i nostri figli], un futuro sicuro, stabile, pieno di opportunità. E’ questa consapevolezza che trasforma il vostro lavoro [di forze armate] in una vera scelta di vita. Ecco perché voglio ringraziarvi, uno ad uno, per il vostro servizio. Per la dedizione, per il sacrificio, per la professionalità con cui ogni giorno onorate l’Italia. La Repubblica è una realtà viva, palpitante, quotidiana, a volte difficile, ma che si alimenta dell’impegno costante di tutti noi, cittadini e istituzioni. È nel rispetto della Costituzione, nel senso del dovere, nella memoria condivisa e nella responsabilità verso il bene comune che si rinnova il patto che ci unisce come Nazione”.  

(fonte: https://tg24.sky.it/politica/2025/06/02/2-giugno-crosetto). 

La pace perpetua come illusione da abbandonare, servire la Patria, difendere i nostri valori, rafforzare la difesa, un futuro sicuro per i nostri figli, dedizione, sacrificio, onore, Nazione, tutti stereotipi della retorica nazionalista  simile in tutti i comizi pre/pro-bellici di ieri e di oggi!  

Dopo la crisi globale finanziaria ed economica del 2008, dopo la tragedia del Covid-19, dopo la crisi energetica seguìta all’invasione dell’Ucraina, ci manca solo la Terza guerra mondiale che ucciderà i nostri cari ed i nostri amici, distruggerà le nostre case, devasterà le nostre terre, annienterà i nostri beni faticosamente acquistati con i sacrifici dei nostri nonni e padri, sacrifici compiuti in questi 80 anni di pace. 

Ma la guerra ha anche i suoi vantaggi ed è ciò che ci preoccupa! 

La guerra è necessaria, ed è auspicabile perché essa “è un antidoto contro l’infiacchimento dei popoli: rigenera cioè lo spirito delle popolazioni come il movimento dei venti preserva il mare dalla putrefazione nella quale lo ridurrebbe una quiete durevole come vi ridurrebbe i popoli una pace durevole o perpetua. (F. Hegel). 

Se volessimo parlare cinicamente, in effetti una guerra, anche se persa, rilancerebbe l’economia nazionale, si è già verificato a seguito della Seconda guerra mondiale che ha portato dietro di sé il boom economico. Pensate infatti ad una sola casa rasa al suolo, quanti settori vi confluirebbero per la sua ricostruzione: muratori, elettricisti, idraulici, ditte di calcestruzzo, di mattoni, di cemento, di porte, finestre, mobili, elettrodomestici, ecc. Si rimetterebbe in moto il sistema economico che in Italia è asfittico dalla metà degli anni Novanta e nel resto d’Europa è stagnante da troppo tempo. Se poi l’obiettivo/chimera è quello di sconfiggere/conquistare la Russia per sfruttarne tutte le risorse minerarie e naturali a pochi soldi, si è fatto bingo. Certamente è una follia, ma Giulio Andreotti diceva sempre che “A pensar male si fa peccato, ma il più delle volte ci si azzecca.” E Marx sosteneva che “Nel capitalismo è l’origine della guerra, con la continua ricerca di profitti e la necessità di espansione che portano a conflitti e a una costante minaccia bellica.” 

Concludiamo con altre due frasi:  

“Le guerre non vengono mai combattute da chi le dichiara” (Simone Weil) 

“Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi… per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono” (Pablo Neruda). 

La Terza guerra mondiale sta arrivando a pezzetti? 

Mentre stiamo concludendo questo articolo “tripartito” è arrivata la notizia che Israele ha bombardato l’Iran, causando quasi cento morti e centinaia di feriti. Dietro Israele ci sono gli Stati Uniti, dietro l’Iran vi è, storicamente, la Russia ed ora anche la Cina. Quindi le tre Superpotenze globali sono di nuovo, seppur indirettamente, le une di fronte le altre. Dopo la guerra in Ucraina, la guerra dei dazi, adesso si apre un altro fronte, quello iraniano, per non parlare re della ininterrotta strage a Gaza e Cisgiordania, anche se, in quest’ultimo caso, “le stelle” stanno  tragicamente a guardare! 

Tornano allora alla mente le parole inascoltate di Papa Francesco pronunciate nel gennaio 2024 e poi ripetute proprio il giorno prima di morire: “La Terza guerra mondiale sta arrivando a pezzetti.” 

Laura Del Casale

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