Il Diorama Festival è tornato a Loreto Aprutino, rinnovando per la terza volta un legame ormai profondo con questo suggestivo borgo abruzzese. Ancora una volta, l’arte contemporanea ha incontrato la storia, accendendo un dialogo vivo tra passato e presente, tra territorio e visione. L’appuntamento, gratuito e partecipato, si è svolto a partire dal tardo pomeriggio, trasformando uno dei luoghi più simbolici del paese – la Fontana Grande – in un vero e proprio palcoscenico di luce e immaginazione. Il monumento settecentesco, che da secoli disseta la comunità e ne accompagna la quotidianità, è stato protagonista di un intervento site-specific di light-art e video-mapping.
La pietra è diventata racconto, la forma si è accesa di nuova vita, regalando agli spettatori un’esperienza immersiva e poetica. Il ritorno del festival a Loreto non è stato casuale, ma fortemente voluto. Questo luogo, con il suo ritmo lento e il suo paesaggio raccolto, rappresenta perfettamente l’anima di Diorama: un progetto che vuole radicare l’arte nei territori, restituendo valore ai piccoli centri e coinvolgendo chi li abita. Come ha sottolineato Federico Acconciamessa, vicesindaco di Loreto Aprutino, “Diorama è un esempio virtuoso di cultura nei borghi.
Un’iniziativa che non solo mette in luce il nostro patrimonio, ma attiva le energie giovani e locali in modo autentico e generativo.” Passeggiare per Loreto, in questi giorni, ha avuto il sapore di un incontro tra epoche. Le curve morbide delle strade, i silenzi densi, le improvvise aperture sul paesaggio: tutto sembrava predisposto ad accogliere un gesto artistico che non impone, ma dialoga. Lo ha raccontato bene Paolo Cicalini, ideatore e direttore artistico del festival: “Loreto Aprutino è stato fin da subito un punto di riferimento. Tornarci non è mai scontato: ogni volta è una nuova partenza, un’occasione per rimettere al centro l’essenziale.”
L’intervento visivo è stato curato da Gioia Di Girolamo, direttrice artistica per le arti visive e la comunicazione, che ha concepito la performance come un gesto collettivo, fragile e necessario. “In un luogo come questo – ha spiegato – il confine tra opera e paesaggio si dissolve. Lavorare qui significa creare ascolto, spazio, presenza. L’arte diventa movimento, attesa, direzione.” Con la sua terza tappa a Loreto Aprutino, il Diorama Festival ha confermato la forza del suo approccio: fare cultura in modo autentico, coinvolgente e territoriale. Un ritorno che ha lasciato tracce luminose, non solo nella pietra, ma soprattutto nelle persone.
Dante Andrea Amicarelli