
Completamente desertificata. Appare così la zona industriale di San Salvo dove sono stati abbattuti tutti gli alberi ad alto fusto presenti lungo i vialoni. L’ultimo intervento, da parte dell’Arap, ha interessato viale Belgio ed è avvenuto in un periodo dell’anno particolarmente sensibile per la fauna e senza una comunicazione preventiva alla cittadinanza.
“Abbiamo avviato una verifica degli atti ufficiali e delle motivazioni alla base dell’operazione”, fa sapere Mimmo Di Nardo, coordinatore di Sinistra civica ecologista, “ dalla consultazione dei documenti pubblicati sul sito dell’Arap emerge che nella proposta di determina n. 200 del 27 maggio 2025, si fa riferimento alla necessità di effettuare “interventi di potatura, cimatura e taglio” in quanto “la normale manutenzione era diventata particolarmente complessa e onerosa”.
Nel testo non sono presenti perizie agronomiche, relazioni tecniche pubbliche, né una stima precisa del numero di piante abbattute.
Si legge inoltre che la “ditta incaricata è stata compensata non con un corrispettivo economico, ma con il legname risultante dai tagli. Il documento Arap cita inoltre una nota del Comune di San Salvo che avrebbe richiesto esplicitamente l’intervento lungo viale Belgio. Tuttavia, questa nota non risulta pubblicata, impedendo qualsiasi verifica sulla reale portata e sulle motivazioni dell’atto comunale”.
Oltre alla gravità dell’intervento, Sinistra civica ecologista sottolinea che i “tagli sono avvenuti a fine giugno, in pieno periodo di nidificazione dell’avifauna, nonostante le normative vigenti vietino esplicitamente potature e abbattimenti in tale periodo. L’intervento, insieme a quelli avvenuti su viale Inghilterra, via Rostagno e via Australia, ha inoltre comportato la quasi totale eliminazione della fascia verde che separava l’area industriale dalle zone residenziali e che secondo Arpa e Ispra rappresentano un elemento fondamentale per la mitigazione dell’inquinamento atmosferico, la riduzione del rumore e il controllo delle temperature. Una centralina privata di monitoraggio ambientale attiva in zona ha registrato un aumento dei livelli di PM10 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sebbene non si possa stabilire un nesso causale diretto, è scientificamente accertato che la rimozione del verde urbano aggrava la qualità dell’aria e i rischi per la salute pubblica”. Anna Bontempo (Il Centro)