
Decidere di mettere nero su bianco le proprie ultime volontà è molto più di un semplice adempimento legale. È, prima di tutto, un gesto di grande premura e responsabilità verso le persone a cui si tiene e che si lascia indietro con la propria morte.
Occuparsi della destinazione dei propri beni significa infatti assicurare il rispetto del proprio volere, ma anche liberare i propri eredi da future incertezze e dubbi o, peggio, da dissapori che potrebbero creare tensioni o incrinare i legami familiari. Lasciare ogni cosa in ordine è un’eredità di serenità per chi resta.
Proprio per l’alto valore, legale ed emotivo, di questo documento, è naturale domandarsi come scrivere un testamento in modo ineccepibile. Affinché la propria volontà possa esprimersi pienamente, è fondamentale che la stesura segua criteri rigorosi e adotti una delle forme previste dalla legge.
Gli elementi irrinunciabili di un testamento
A prescindere dalla forma che si sceglierà, ogni testamento, per essere considerato valido, deve poggiare su alcuni pilastri.
Il primo è la chiarezza: le disposizioni devono essere formulate in modo da non generare dubbi interpretativi, identificando con esattezza sia i beneficiari sia i beni loro assegnati. È poi richiesto che il documento riporti la data completa con giorno, mese e anno, un dettaglio cruciale per poter stabilire, in presenza di più scritti, quale sia l’ultimo e quindi l’unico valido. Infine, la firma apposta in calce suggella il documento, autenticando la volontà del testatore.
Sebbene la legge non lo imponga sempre, l’affiancamento di un notaio, ovvero un professionista abilitato ed esperto in questo genere di documenti, può rivelarsi prezioso per orientarsi e comprendere appieno come scrivere un testamento che sia un fedele specchio dei propri desideri.
Le diverse forme testamentarie
La volontà del testatore, per essere correttamente espressa, può vestire forme diverse, ciascuna pensata per rispondere a esigenze differenti di riservatezza e sicurezza. Tra le tipologie troviamo:
- Il testamento olografo rappresenta la modalità più semplice e diretta. Per essere valido, deve essere integralmente scritto, datato e firmato dalla mano del testatore, senza l’impiego di computer o altri strumenti. La sua immediatezza è un vantaggio, ma lo espone maggiormente ai rischi di smarrimento, alterazione o contestazione;
- Il testamento pubblico, al contrario, offre il massimo grado di garanzia. In questo caso, il testatore espone le proprie volontà direttamente a un notaio, alla presenza di due testimoni. Sarà il notaio a redigere l’atto in forma giuridica, assicurandone la perfetta aderenza alla legge e la successiva conservazione;
- Il testamento segreto si colloca come una soluzione intermedia. Il documento, il cui contenuto può rimanere riservato, viene redatto e sigillato dal testatore per poi essere consegnato ufficialmente a un notaio. Questa forma unisce il pregio della riservatezza sul contenuto a quello della sicurezza offerta dalla custodia notarile.
La quota di legittima e la libertà di scegliere
La legge italiana trova un equilibrio tra la tutela dei legami familiari più stretti e la libertà individuale. Lo fa attraverso l’istituto della “quota di legittima“, una porzione del patrimonio che deve essere inderogabilmente riservata ai congiunti più prossimi: coniuge, figli e, in assenza di questi, gli ascendenti. Il testatore non può intaccare questa quota.
Ciò che residua, ovvero la “quota disponibile“, invece, rientra nella piena e libera facoltà di scelta del testatore. Ed è proprio in questo spazio di libertà che si inserisce l’opportunità di compiere un ultimo, grande gesto di generosità, destinando una parte dei propri averi a un’organizzazione no profit impegnata in ambito umanitario.
Un lascito solidale, infatti, consente di proiettare i propri valori nel futuro, trasformando i frutti del proprio lavoro in un aiuto concreto per chi verrà dopo.