
Carcasse ai bordi del laghetto e lungo i viali, oltre a tantissime piume presenti nello specchio d’acqua e nelle aree verdi. Moria di piccioni alla villa comunale, che continua ad essere suo malgrado al centro dell’attenzione pubblica. A segnalare il fenomeno sono stati alcuni cittadini, preoccupati per la presenza delle carcasse in un luogo frequentato da bambini ed animali da affezione. Cosa sta succedendo? In Comune dicono di non essere al corrente della moria.
“Ci vorrebbe un approfondimento da parte di un medico veterinario specialista”, attacca il professor Andrea Mazzatenta, docente di fisiologia al dipartimento di scienze dell’Università D’Annunzio, “in ogni caso le ipotesi possono essere diverse. La prima è che i piccioni si recano nel laghetto per bere e li potrebbero aver trovato sostanze tossiche per cui muoiono avvelenati, o una carica batterica riconducibile alla presenza delle tartarughe Trachemys Scripta. Sono quindi morti ai bordi del laghetto o in giro per la villa e poi essere stati frutto di predazione da parte di roditori, ratti, gazze ladre o cornacchie. L’altra ipotesi potrebbe essere un avvelenamento, ma in questo caso ci dovrebbe essere una quantità importante di carcasse. Ripeto, ci vorrebbe un approfondimento da parte di un medico veterinario specialista, ma la cosa che si potrebbe fare è analizzare l’acqua dello stagno, che verosimilmente ha una carica batterica non proprio corretta data la scarsa ossigenazione e la presenza di tartarughe originarie della Florida, la cui sovrabbondanza potrebbe portare ad una elevata carica batterica delle acque tanto da renderle non adatte alla vita di altri animali”, conclude il docente universitario. In effetti, nonostante una determina dirigenziale che risale ai primi di agosto e che disponeva l’affidamento per la cattura, il ritiro e il confinamento delle testuggini in un’azienda agricola di Modena, le tartarughe sono ancora nel laghetto le cui acque sono putride e verdognole.
Anna Bontempo (Il Centro)