
La maggioranza trova la quadra sul piano costa, il progetto che prevede parcheggi, chioschi di legno e punti ristoro lungo la fascia litoranea, dalla statua della Bagnante a Vignola. Dopo confronti, riunioni e accese discussioni – l’ultima delle quali è ruotata sulla proposta di realizzare piscine, poi archiviata – le sette forze della coalizione di centrosinistra hanno dato il via libera al piano, riconsegnato a gennaio 2024 dall’architetto Bruno Celupica. Ora il passaggio successivo sarà una delibera di giunta.
“Il piano costa è pronto per il varo definitivo”, spiega l’assessore alla pianificazione territoriale, Alessandro D’Elisa, “in questo caso la procedura è abbastanza veloce perché non è previsto il passaggio in consiglio comunale, ma solo l’approvazione in giunta, dopo il parere della Commissione assetto del territorio”.
L’obiettivo è quello di dotare l’intero tratto di costa di infrastrutture e servizi come parcheggi, chioschi di legno e punti ristoro per l’accoglienza ai turisti. Il progetto, redatto dall’architetto Celupica, prevede sette aree panoramiche attrezzate con manufatti leggeri con una altezza massima di quattro metri e una superficie di 130 metri quadrati, parcheggi con alberature e accessi al mare con breccia stabilizzata nelle zone a monte della pista ciclopedonale della Via Verde. Durante la discussione in maggioranza, ad un certo punto, era spuntata la proposta di far realizzare anche piscine di 30/40 metri quadri, ma su questo punto la coalizione di centrosinistra ha ritenuto, dopo un’ampia discussione, di non consentire tale possibilità, tra l’altro non prevista nel progetto. In città si registra un notevole interesse intorno al piano costa, soprattutto da parte di quei privati che hanno i loro terreni lungo la fascia litoranea, ma per alcune associazioni cittadine il rischio concreto è l’ulteriore “antropizzazione” di quegli angoli di scogliera dall’elevato pregio naturalistico.
“Andrebbe risolto, in via proritaria, il problema delle fogne”, attacca Lino Salvatorelli, presidente dell’Arci, “consentire la realizzazione di strutture lungo la costa, anche se di legno, senza che si possano allacciare alla rete fognaria, significa aumentare la proliferazione dell’alga tossica, presente nelle scogliere rocciose, peggiorando la balneabilità della costa. Il piano risente anche di una vecchia impostazione: la tendenza oggi è preservare quei siti che hanno una grossa valenza naturalistica. Si tratta di angoli della costa molto frequentati dai turisti che amano la natura selvaggia. Con questo piano si andrà a stravolgere la fruizione di quei luoghi”, conclude Salvatorelli.
Anna Bontempo (Il Centro)