lunedì, Ottobre 20

Per Consiglio di lettura, “Meridiano di sangue” di Cormac McCarthy

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Tra i romanzi che più profondamente hanno inciso nel panorama della letteratura americana contemporanea, Meridiano di sangue di Cormac McCarthy occupa un posto singolare e ineludibile. Pubblicato nel 1985 e accolto inizialmente con cautela, è oggi unanimemente riconosciuto come una delle opere più potenti, disturbanti e liricamente ambiziose del secondo Novecento. Non è una lettura da intraprendere alla leggera, né un libro che si possa sfogliare distrattamente: è un’esperienza immersiva e, a tratti, sconvolgente, che mette alla prova la sensibilità, l’intelligenza e il senso morale del lettore.

Ambientato nel Sud-Ovest degli Stati Uniti e nel Messico di metà Ottocento, il romanzo narra le vicende di un ragazzo senza nome che si unisce a una banda di mercenari – la famigerata Glanton Gang – incaricati di sterminare gruppi di nativi americani in cambio di denaro. Ma ben presto la spedizione si trasforma in un’apocalisse di sangue e polvere, in un viaggio allegorico attraverso un mondo dove la violenza non è solo strumento, ma principio fondativo e forza ineluttabile.

La prosa di McCarthy è di una bellezza scabra e visionaria: priva quasi del tutto di punteggiatura convenzionale, scolpita in uno stile solenne e arcaico che ricorda i testi sacri e le tragedie classiche. Ogni pagina è attraversata da una tensione tra lirismo e brutalità, tra la desolazione del paesaggio e la ferocia dell’animo umano. Le descrizioni della natura sono ampie, evocative, spesso grandiose – eppure mai rassicuranti: il mondo di Meridiano di sangue è vasto, indifferente, silenziosamente ostile. Al centro del romanzo si staglia una delle figure più inquietanti della letteratura moderna: il Giudice Holden. Colto, poliglotta, mostruosamente intelligente, fisicamente imponente, il Giudice è una sorta di incarnazione del male metafisico.

Le sue lunghe riflessioni filosofiche sulla guerra, sull’ordine e sul caos, sulla legge e sulla violenza, offrono alcune delle pagine più dense e enigmatiche del romanzo. È un personaggio che sfugge a ogni classificazione, e che affascina tanto quanto spaventa. Ma ciò che rende Meridiano di sangue un’opera davvero unica è la sua capacità di tenere insieme l’orrore e la bellezza, il caos della storia e la precisione della parola letteraria. McCarthy non offre spiegazioni, né redenzioni. Non c’è morale, se non quella – ambigua e terribile – che si disvela nel confronto tra l’uomo e la natura, tra la civiltà e la barbarie.

È un romanzo che interroga senza concedere risposte, che lascia il lettore con un senso di vertigine, come se avesse guardato troppo a lungo nell’abisso. Meridiano di sangue è consigliato a chi cerca nella letteratura un’esperienza profonda, complessa, quasi mistica. A chi non teme di affrontare testi che chiedono tempo, concentrazione e disponibilità al dubbio. Non è un romanzo consolatorio, ma pochi libri sanno restituire con altrettanta potenza la sensazione che leggere significhi davvero varcare una soglia – linguistica, storica, esistenziale – e tornare indietro cambiati.

Consiglio di lettura

Meridiano di sangue

Autore: Cormac McCarthy
Pagine: Einaudi
Casa editrice: 306

Allegra Linnea Amicarelli

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