
Il suo assegno di inclusione (Adi) è sospeso da tre mesi “per accertamenti redditi rilevati e non dichiarati”, ma nonostante i reiterati solleciti e l’intervento del Caf non è ancora riuscito a sbloccare la situazione. Parla di “muro di gomma” un sessantenne vastese. Giuseppe M. che si è rivolto al Centro per denunciare una condizione che riguarda migliaia di persone. Sono quelle che vivono, non avendo altra fonte di sostentamento, con il reddito di inclusione, una misura economica che ha sostituito il reddito di cittadinanza.
“Vi chiedo di accendere un faro sulle storture burocratiche che limitano, penalizzano e invalidano i fruitori di questa misura di sostegno alla povertà”, è l’appello lanciato dal sessantenne vastese, “ dal 26 settembre scorso mi hanno sospeso l’assegno di inclusione sociale, circa 500 euro, per accertamenti redditi rilevati e non dichiarati nell’Isee corrente. La sospensione è stata eseguita e disposta dal sistema centrale Inps.
Il mio Caf, che è estremamente professionale, mi ha confermato che abbiamo fatto tutto in regola, e non ci sono motivi a noi noti che giustifichino la sospensione dell’assegno. L’Inps di Vasto, dove mi sono recato più volte per avere spiegazioni, dice che non ha strumenti per agire perchè il blocco viene dalla sede nazionale dell’Istituto e che le sedi territoriali non hanno alcuna possibilità di intervenire. La sede nazionale a sua volta non mette a disposizione nessun contatto interpellabile per chiarire e eventualmente sanare le motivazioni alla base della sospensione che assurdamente si protrae da tre mesi. Come diamine posso agire per sbloccare il mio Adi se non mi vengono esplicitate nel dettaglio le motivazioni che hanno determinato la sospensione? È davvero frustrante non poter interagire per chiarire i dubbi che hanno determinato la sospensione”, aggiunge Giuseppe, “l’assegno di inclusione, che rappresenta la mia unica fonte di sostentamento, non è un bonus vacanze, ma è un supporto economico alla povertà. Segnalo che ci sono migliaia di sospensioni Adi che durano indegnamente oltre i tre mesi. Possibile che nessuno a livello politico denunci il fatto? Ripeto che la questione riguarda migliaia di persone come me in grave difficoltà economica e sociale. Spero che qualcuno intervenga”, conclude il sessantenne.
Anna Bontempo (Il Centro)














