Il dirigente scolastico, prof.ssa Eufrasia Fonzo e l’assessore Anna Bosco, nei saluti iniziali, hanno evidenziato l’importanza di conoscere questi aspetti della storia locale per poter riflettere sull’importanza del ricordo, sulla necessità di tenere viva la memoria attraverso la conoscenza dei fatti, affinché non possano mai più accadere. I ragazzi dopo il canto in lingua ebraica Gam Gam hanno ricordato gli articoli 1 e 2 della legge 20 luglio 2000 n. 211 sull’istituzione del Giorno della Memoria in Italia, l’articolo 3 della Costituzione e l’articolo 16 dell’Agenda 2030 per sottolineare non solo l’importanza del ricordo della storia passata, ma anche l’importanza di salvaguardare sempre i diritti di ognuno di noi e sottolineare quanto sia indispensabile la pace in tutto il mondo. Hanno poi fatto una serie di domande a Nicola D’Adamo, sulla sua attività di responsabile del blog Noi Vastesi, che raccoglie tra l’altro in modo approfondito tante notizie della storia di Vasto e di come abbia fatto a scoprire i documenti storici sui campi di concentramento di Histonio nella Seconda guerra mondiale. Nicola D’Adamo ha parlato della sua passione verso il giornalismo e la storia locale e della lettura per pura casualità nel 2003 dello studio dello storico Costantino Di Sante “Dall’internamento alla deportazione – I campi di concentramento in Abruzzo (1940-1944). Trovò all’interno ampie pagine sul campo di concentramento di Histonio marina, con la lista degli ospiti considerati pericolosi detenuti, informazioni fino ad allora completamente dimenticate e da quel momento si è impegnato a darne ampia diffusione. Ha spiegato che questi due campi vastesi furono attivi dal 1940 al 1943 con una capienza complessiva di 280 posti, poi diminuita a 170 e furono luoghi destinati alla concentrazione di elementi politicamente pericolosi, alcuni erano personaggi di spicco nell’Italia di quel periodo: politici, uomini di cultura, antifascisti e giornalisti, irredentisti slavi della Venezia Giulia e dell’Istria, ebrei, in prevalenza tedeschi, da polacchi, jugoslavi, greci, inglesi, indiani, libici, cinesi, da apolidi, da zingari di nazionalità slava. Erano precarie le loro condizioni in quanto erano luoghi sovrappopolati, con insufficienza dei servizi igienici e con difficoltà di approvvigionamento del vitto. Erano queste informazioni riservate, che la maggior parte del popolo vastese non conosceva. Piergiorgio Molino ha detto che alcuni ristoratori locali hanno conosciuto alcuni di questi detenuti che potevano uscire per mangiare, ma non si diede risalto alle informazioni nel passaggio da una generazione all’altra e presto ci si dimenticò di quanto accaduto. Insomma, una dolorosa pagina del passato che sia gli adulti che i ragazzi presenti hanno ascoltato con grande interesse, comprendendo quanto sia importante conoscere e riflettere su quello che è successo per impegnarsi nel presente e nel futuro affinché non si ripresentino mai più.