La Corte d’Appello dell’Aquila, presidente Fabrizia Francabandera, relatore Alfonso Grimaldi, giudice a latere Raffaella Gammarota, accogliendo la richiesta dell’avvocato Marisa Berarducci ha stabilito che lo Stato dovrà risarcire M.S , 53 anni di San Salvo e la compagna D.D. di 52 anni perchè coinvolti ingiustamente nella vicenda e poi assolti. In particolare il danno più grave ed il risarcimento per la ingiusta detenzione riguarda M.S. .
Insomma, diciassette anni dopo l’operazione Histonium, il blitz dei carabinieri che portò a decine di arresti nel Vastese e fuori regione, continua a regalare colpi di scena.
A scriverlo, stamane, sulla pagina di Vasto del quotidiano dell’Abruzzo Il Centro, è la collega Paola Calvano.
L’uomo, che all’epoca dei fatti lavorava per la Tim, perse il lavoro e negli anni successivi faticò e non poco per trovare un altra occupazione a causa delle ingiuste accuse ricevute.
” Ha passato davvero un periodo durissimo , spiega l’avvocato Berarducci, dopo 17 anni è finito un incubo “.
“Il processo di secondo grado sull’operazione Histonium, l’inchiesta su una presunta associazione a delinquere che portò magistratura e carabinieri ad arrestare nove persone nel 2007 e 17 nel 2008 nel Vastese e in Molise, si è chiuso a maggio 2022 con l’assoluzione da parte della Corte d’appello dell’Aquila di diversi imputati con la formula “il fatto non sussiste.” Fra loro anche M.S. e la moglie D.D.
“L’operazione Histonium – scrive Paola Calvano – era stata suddivisa in due filoni: il primo nel 2007, portò all’arresto di 9 persone, il secondo blitz invece scattò il 6 giugno 2008. Su ordine di custodia cautelare emesso dalla Procura di Vasto, i carabinieri eseguirono 17 ordinanze di custodia cautelare. Gli indagati erano accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a commettere gravi reati, tra cui estorsioni, incendi, attentati dinamitardi, rapine, ricettazioni, usura e riciclaggio.
La posizione di M.S. era più leggera ma venne comunque arrestato .La moglie nonostante due bambini fini ai domiciliari poi revocasti con una misura meno afflittiva L’iter giudiziario era iniziato a Lecco, dove gli inquirenti ritenevano fosse stato commesso l’episodio più grave I giudici della Suprema corte stabilirono comunque lo spostamento del processo a Vasto. I diversi gradi di giudizio hanno sempre evidenziato l’estraneità della coppia. La Cassazione stabili l’assenza dei gravi indizi di colpevolezza. Da qui la sentenza risarcitoria.”