
Posta in palio, campanilismo e rivalità anche politica tra due città che, in provincia, sono sempre state un po’ l’anti-Chieti, entrambe tra l’altro divise dal capoluogo da una sentita rivalità. Vasto e Lanciano, oggi all’Aragona, si contendono punti pesanti per la salvezza nel campionato di Eccellenza, dopo il derby dell’andata al Biondi (0-1 per i biancorossi) in cui le due squadre si sono ritrovate di fronte in una gara di campionato dopo oltre trent’anni.
IL BATTESIMO DELL’US VASTESE
La prima sfida tra Vasto e Lanciano su un campo di calcio è storica per entrambe. È il 30 settembre 1922 e l’Unione sportiva Vastese del presidente Giuseppe Galante, da poco fondata, invita sul prato dell’Aragona la Virtus Lanciano per “l’inaugurazione del gagliardetto”, come si dice all’epoca. Per i vastesi che vincono 2-0 è, appunto, l’avvio dell’attività; per i lancianesi invece è la prima gara documentata con la storica divisa rossonera. Con tanto di terzo tempo, come si legge sul periodico “Il Littorio”: «Dopo la partita le due squadre si riunivano fraternamente per un vermouth d’onore».
LA PRIMA GARA UFFICIALE
Il 19 aprile 1925 è un’altra data storica per entrambe. In Abruzzo si disputa il primo torneo ufficiale riconosciuto dalla Figc. Così quel giorno per la Vastese, che veste una casacca azzurra, è la prima partita ufficiale all’Aragona, che è ancora un prato aperto. Per la Virtus Lanciano invece, che si impone 1-2 con le reti di Harding e Morena (segna Pace per i padroni di casa) è la prima vittoria in un incontro ufficiale. Sarà tuttavia una stagione poco felice per entrambe: la Vastese si ritira alla fine del girone di andata, i rossoneri chiudono all’ultimo posto nel girone.
CALCIO E POLITICA
Dopo il 1925, per gli aragonesi inizia un lungo periodo di inattività che termina solo nel Dopoguerra. Stavolta però in riva all’Adriatico si fanno le cose per bene. La rinata Vastese è accusata di godere appoggi politici che fanno storcere il naso ai lancianesi per i risvolti economici. Perciò “Libera voce”, periodico frentano di area repubblicana, nel gennaio del 1948 polemizza contro il sottosegretario vastese Giuseppe Spataro per «i 6 milioni fatti assegnare a Vasto. A Lanciano niente, che pure ha una squadra calcistica della stessa importanza, appartenente allo stesso girone (di Serie C, ndr). I lancianesi si ricordino di Spataro alle prossime elezioni». Sono anche gli anni in cui le due città iniziano a maturare la richiesta di diventare provincia, ma né la targa LN né quella VS vedranno mai la luce.
UNA RIMONTA CLAMOROSA
Nella stagione 1950-51 il campionato di Promozione, categoria interregionale dalla quale si passa in Serie C, finisce con Virtus Lanciano e Vastese salve al quintultimo posto. A torneo finito però la Caf annulla la retrocessione del Chieti all’ultimo posto per illecito sportivo, e rossoneri e biancorossi diventano quartultimi a pari punti. Serve lo spareggio, fissato al Rampigna di Pescara per il 24 giugno, per stabilire la quarta retrocessa. A fine primo tempo la Virtus vince 3-0 con reti di Pilla, Balbi e Starcich. Sugli spalti i lancianesi già fanno festa, intonando marce funebri all’indirizzo dei rivali. Ma la squadra nella ripresa crolla. Di Giulio, Bruni su rigore e Massini I in pieno recupero firmano la clamorosa rimonta. Una settimana dopo c’è la ripetizione, perché esistono i supplementari ma non i rigori: sempre al Rampigna, un gol di Recinelli condanna i rossoneri alla retrocessione nella categoria regionale.
MACABRO SFOTTÒ
Negli anni ’60 Pro Lanciano e Pro Vasto lottano per imporsi nel massimo campionato regionale, che si chiama Prima Categoria ed è diviso in due gironi. Sfida accese e sfottò sono la norma. Come quello del dicembre del 1966 quando: per “festeggiare” il ko interno dei biancorossi col Termoli, da Lanciano viene inviata una bara a Vasto. Un “omaggio” che i vastesi custodiscono fino alla fine del campionato che li vedrà vincitori, e che rispediscono al mittente dopo la foto di rito in piazza Rossetti, con la stessa cassa da morto addobbata con i colori rossoneri e la dedica “Ai cugini lancianesi”. Che comunque saliranno in Serie D l’anno seguente.
LA COPPA IN PALIO
Nel 1997-98 la Coppa Italia regionale è unica per l’Eccellenza, dove c’è il Lanciano, e la Promozione in cui milita Pro Vasto, tra l’altro entrambe sponsorizzate dalla Bls. Prima di vincere i rispettivi campionati, le due squadre si affrontano nella finale in andata e ritorno. Al Cinque Pini decide una rete di Luca Leone. Nel ritorno all’Aragona di nuovo sugli scudi Leone, che nel primo tempo porta in vantaggio i rossoneri con un gran gol in semirovesciata; a poco serve il pareggio di Monaco nella ripresa. Ad alzare la coppa è il Lanciano del presidente Ezio Angelucci, appena tornato alla guida del club i successi degli anni ’80.
Andrea Rapino (Il Centro)
la foto della partita di andata è tratta dalla pagina Facebook del Lanciano