martedì, Giugno 17

Vela: l’equipaggio di Morgan si aggiudica il Trofeo Challenger Cerasuolo d’Abruzzo Cup 2025

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Si è chiusa con successo la quarta edizione della Cerasuolo d’Abruzzo Cup, la veleggiata per imbarcazioni d’Altura e Minialtura organizzata dal Circolo Nautico Pescara 2018, sotto l’egida della FIV e con il sostegno del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo. Due giornate di sport, convivialità e promozione del territorio hanno animato il porto turistico Marina di Pescara, confermando ancora una volta la forza di un evento che unisce la vela al racconto autentico dei sapori d’Abruzzo.

A conquistare il Trofeo Challenger Cerasuolo d’Abruzzo Cup 2025 è stata l’imbarcazione Morgan del CNP2018, capitanata dalle giovani sorelle Federica e Silvia Cosentino, affiancate da un equipaggio affiatato e familiare, con il padre Fabio Cosentino e i compagni Marco Pasquini, Gaetano Rapino, Enrico Nasuti, Luca Di Domenico e Marco Primiterra. Oltre al titolo principale, Morgan ha portato a casa anche il Trofeo Autostar, il secondo trofeo CNP e il primo premio della categoria A.

Abbiamo chiesto direttamente ai protagonisti come hanno vissuto questa vittoria e cosa significhi partecipare a un evento come la Cerasuolo d’Abruzzo Cup.

Soddisfatti del risultato?
«La soddisfazione è alta, perché vincere non è mai scontato. Ci sono regate più semplici e altre decisamente più complesse, come questa. L’evento, però, è qualcosa di più: è aggregazione, è passione, è anche convivialità. Il momento delle degustazioni e la cena di gala sono parte integrante dell’esperienza».

Due giorni di regata: che differenze avete riscontrato tra i percorsi?
«Sabato è stata durissima. Il vento era quasi assente, le barche ferme a lungo e continue rotazioni rendevano la tattica complicatissima. Anche lì eravamo molto avanti, poi una rotazione ha rimescolato tutto. Domenica invece è stata una regata più tecnica: vento leggero ma costante, tra i 5 e i 6 nodi, che ci ha permesso di lavorare bene, gestire la barca e valorizzare le sue caratteristiche».

Parlateci della vostra barca.
«Regatiamo su un Gran Soleil 39, pensata per la crociera ma discretamente performante anche in regata. Con le giuste regolazioni può dire la sua. È un’imbarcazione equilibrata, che valorizza il lavoro di squadra».

Cosa servirebbe per avvicinare più giovani a manifestazioni come questa e al mondo vela e delle regate d’altura?
«Serve un cambio di mentalità. A livello federale c’è ancora troppa separazione tra derive e altura. Si pensa che l’altura possa “distrarre” i ragazzi dal risultato, ma è esattamente il contrario: crea spirito di squadra, connessione umana, capacità di adattamento. Gli istruttori dovrebbero incentivare di più questa transizione, senza pregiudizi».

Tra le emozioni più forti vissute a bordo di Morgan, c’è stato anche il pensiero per Paolo Arlini, figura di riferimento per molti velisti locali e maestro per Fabio Cosentino: «Paolo mi ha iniziato alla vela d’altura quando avevo 18 anni, io venivo dal mondo della deriva. Sabato eravamo arrivati secondi, e ci tenevo profondamente a vincere per dedicargli questo risultato. Domenica siamo scesi in mare con grandissima grinta, riuscendo a ribaltare la classifica. Con il cuore, abbiamo dedicato questa vittoria a lui e alla sua memoria».

Giacomo Del Borrello

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