mercoledì, Luglio 30

Franco Leone sul definanziamento della Sanità Territoriale: “La Giunta Regionale deve dare un segnale di rispetto verso gli abruzzesi”

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Leggo con attenzione le cose comunicate, (molto argomentate), da parte del consigliere regionale  Silvio Paolucci sul tema definanziamento Sanità Territoriale.

Il consigliere ci fa notare che : I tagli riportati nel programma operativo 2025/27 della Regione affosseranno definitivamente la sanità territoriale che perderà la cifra di ben 8 milioni di euro, a causa del deficit sulla Sanità prodotto da Marsilio e compagni. Tutto scritto nero su bianco nella sezione dedicata all’assistenza primaria e alla continuità assistenziale, dove parlando dell’Accordo integrativo regionale della medicina generale e pediatria di libera scelta, si annunciano azioni di contenimento della spesa per un totale di 8 milioni. Una vera e propria debacle della sanità territoriale, che renderà gli ospedali di comunità strutture vuote, se la Regione riuscirà a scampare ai ritardi accumulati sul cronoprogramma PNRR”. 

Una domanda retorica, quest’ultima, visto che il citato Programma è solo un elenco di auspici ed annunci sulle cose da fare, per aiutare la risalita dal declino di questo decadente sistema sanitario abruzzese.

Bisogna leggerlo tutto e sin dall’inizio per scoprire una operosa comunicazione operativa che “descrive” un cambio “morbidamente burocratico” della leadership di direzione politica della sanità. Difficile non comprendere che viene indicato il Direttore (Direttrice) del Dipartimento Sanità a fare tutto, per poi firmare con l’Assessora-Associata la documentazione elaborata. Dall’altra parte le  stesse parole che aprono la introduzione del Programma Operativo, in una normale civiltà politica, avrebbero richiesto un cambio sulla poltrona sanità.

Abbiamo letto in questo documento, che ha un origine e un percorso sostitutivo di fatto del Piano di Rientro, parole e frasi, quali: Il primo passo attiene alla definizione di una strategia comune da perseguire, in funzione di obiettivi macro da garantire, partendo dalle situazioni rilevate dai Tavoli di Monitoraggio e da una corretta analisi di quanto già posto in essere, di quanto non attuato e dei punti di forza e debolezza dei programmi operativi precedenti”. 

L’esatto contrario dell’atteggiamento omissivo avuto, dalla GR ed Assessora, rispetto alle osservazioni e raccomandazioni verbalizzate nei Tavoli di Monitoraggio. Un atteggiamento diverso assunto dal Presidente e dalla GR con questo contenuti presenti in questo Programma Operativo, che però per gli orizzonti e i tempi che si sceglie, andrebbe subito riscritto di nuovo. Basta prestare attenzione alle date per accorgersi che sono ormai abbondantemente superate dalle nuove scadenze fissate con il rinvio ufficiale approvato dal Parlamento Europeo, sull’uso dei fondi e realizzazioni dei Progetti approvati.

Non ci vuole un genio per capire che  il rinvio riguarda, ed è così, le Case della Comunità, gli Ospedali della Comunità che sono al centro del progetto nuovo di Piano Territoriale,  il luogo fisico, di accesso  per tutti i bisogni di salute e sociali,  delle azioni previste nel Programma  per la predisposizione del Piano della Rete Ospedaliera e dei servizi vari specialistici.

Senza la concreta realizzazione delle strutture progettate, su cosa poggerebbe la ridefinizione organizzativa della rete dell’assistenza territoriale tra i quali: le CdC spoke, le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), gli ospedali per acuti, i poliambulatori e i consultori, gli OdC, le COT, la Centrale Operativa 116117, l’Unità di Continuità Assistenziale (UCA), e via di seguito sono decisive per il funzionamento del Sistema Sanitario Regionale già funestato da altri ritardi.

Ed ecco che i ritardi accumulati nell’uso delle risorse del PNRR, dei ritardi nelle esecuzioni dei progetti che riguardano Case della Comunità, Ospedali della Comunità e verso un Ospedale sostenibile  richiedono un supplemento di analisi, perché sarebbe intollerabile pensare che l’intero sistema sanitario abruzzese venga trasformato in un campo di Cattedrali nel Deserto dove l’intero sistema perde collegamento ed armonia.

La Giunta Regionale deve dare un segnale di rispetto verso i “bersagliati” abruzzesi  che dopo l’incremento delle addizionali continuano a vivere dentro un sistema che ha iniziato a negare la sanità e non riesce ad organizzare nemmeno i servizi di diagnosi. Lo può dare riscrivendo correttamente il Programma Operativo 2025 2027. Un Programma che se non si basa sul nuovo approccio alla Sanità Territoriale non va da nessuna parte, incapace di governare qualsiasi idea di nuovo Piano Ospedaliero già monco della scelta del DEA di II Livello. Ma questo è un altro argomento.

Franco Leone (ex segretario regionale della Cgil)

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