martedì, Settembre 2

Stellantis a Termoli, 1823 dipendenti in solidarietà. Ripercussioni anche nel Vastese

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La ripresa dell’attività produttiva dopo le ferie regala subito brutte sorprese. Sono1823 i lavoratori di Stellantis a Termoli  che andranno in solidarietà . Molti di quei lavoratori sono del Vastese e molte aziende del Vastese dipendono dalle sorti di Stellantis . Si teme un devastante effetto domino.

A confermarlo è Franco Spina, segretario generale della Cgil. Stamane la collega del quotidiano dell’Abruzzo Il Centro ha pubblicato una sua ampia dichiarazione.

” La situazione di Termoli  è molto preoccupante non solo per la solidarietà in atto, ma soprattutto per la totale assenza di certezze sul futuro. In Molise e in Abruzzo. Senza la gigafactory e progetti nuovi, senza linee produttive ( superata la produzione anche del motore fire) e solo 300 mila cambi annui da produrre, il futuro dei 1.800 lavoratori è seriamente a rischio e a rischio è anche l’indotto . Ciò vale anche per la sede di Atessa, quando una azienda come Stellantis mette a bilancio più soldi per l’incentivo all’esodo che per gli investimenti nella fabbrica, significa ( nei fatti) una riorganizzazione produttiva al ribasso. Termoli come Atessa, come Melfi. Come Pomigliano, come Cassino sono legati dalle stesse criticità più o meno marcate. Quello che preoccupa è anche tutto l’indotto del Vastese e di altre località del nostro territorio che vivono una situazione costante di criticità. Aziende multinazionali  ma soprattutto artigiane che lavorano nel settore e spesso in mono committenza. Per questo serve che si forzi sul gruppo Stellantis a livello nazionale e regionale facendo squadra con tutte le regioni che vivono lo stesso problema. Comprendere cosa vuole fare Stellantis e dare strumenti alle imprese e ai lavoratori per non perdere il lavoro e la professionalità acquisita devono essere priorità. O le regioni Abruzzo e Molise in particolare aprono una discussione seria sul tema o continueremo ad assistere solo a ridimensionamenti progressivi delle aziende con perdita di lavoro ed economia . Serve con urgenza il riconoscimento dell’area di crisi complessa tra Abruzzo e Molise. Ciò permetterebbe di attivare ulteriori risorse e permetterebbe alle aziende di programmare piani di rilancio, riqualificazione o riconversione delle attività. Non c’è più tempo da perdere”.

Foto archivio della zona industriale di San Salvo

 

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