martedì, Settembre 23

I giuristi di Vasto a Roma per il Giubileo degli operatori di giustizia

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Sabato si è tenuto a Roma il GIUBILEO DEGLI OPERATORI DI GIUSTIZIA, una giornata prevista nel calendario ufficiale del Giubileo e pensata per tutti coloro che, a vario titolo, operano nel campo del diritto e sono chiamati ad amministrare e a far ottenere giustizia.

Nella convinzione che la giustizia è alla base della società civile e della pacifica convivenza tra i popoli ed è campo privilegiato d’azione per la testimonianza cristiana, per la prima volta in Piazza San Pietro si sono riunite quindicimila persone fra avvocati, magistrati, professori di diritto, membri di associazioni, rappresentanti di università e di enti governativi, provenienti da 100 diverse Nazioni.

Fra questi, presente anche una delegazione dell’Unione dei Giuristi Cattolici di Vasto, accompagnata dalla Presidente avv. Raffaella Valori, dal vice Presidente avv. Emidio Guastadisegni e dal Consulente Ecclesiastico don Gianni Sciorra, che da qualche mese è stato nominato dalla CEAM anche Consulente Ecclesiastico di tutte le Unioni d’Abruzzo. Il gruppo di soci vastesi, arrivati a Roma di buon mattino insieme a famigliari e amici e alle delegazioni delle Unioni di Chieti e di Lanciano-Ortona, guidate dai rispettivi Presidenti, prof. Michele Cascavilla e avv. Gina Della Fazia, ha raggiunto gli altri mille soci UGCI giunti dal tutta Italia davanti alla sede dell’Unione centrale in Via della Conciliazione, per prendere parte al nutrito programma di eventi a cui ha dato l’avvio il Cardinale Francesco Coccopalmerio, Consulente Ecclesiastico centrale.

Durante la giornata, alla preghiera si sono intervallati vari momenti di riflessione. Nella lectio magistralis tenuta in Piazza San Pietro, monsignor Juan Ignacio Arrieta, Segretario del Dicastero per i Testi Legislativi, ha ricordato che gli operatori di giustizia sono chiamati a servire la dignità delle persone, occupandosi delle loro “più imperative necessità” e ponendosi – con le “differenze dovute”, ma al pari di medici e sacerdoti – come “strumento di speranza”. È un compito gravoso, ha detto Arrieta, talvolta segnato da divisioni e dalla sensazione di “impotenza”, ma chi amministra la giustizia è “personalmente vincolato a criteri elevati di verità”, cercando sempre – come ricordava il giurista Giuseppe Capograssi – la “certezza sostanziale del diritto, che risiede nella sostanza interiore dei principi della legge”. La verità, in questo senso, è “umile e paziente”, ma anche ostinata.

Con il ricordo di Rosario Livatino, il giudice assassinato in Sicilia a soli 33 anni e beatificato nel 2021, Arrieta ha voluto richiamare i giuristi ad un impegno concreto che renda visibile, anche nell’esercizio della professione giuridica, la coerenza delle convinzioni cristiane.

A seguire, la folla entusiasta e festante, nonostante il sole e il caldo stesse mettendo a dura prova la resistenza di tutti, ha accolto in Piazza San Pietro Papa Leone XIV, le cui parole hanno toccato temi universali e urgenti con una limpidezza di ragionamento ed un tono autorevole che non hanno lasciato spazio ad equivoci. “Per promuovere il bene comune e tutelare i più deboli in un mondo colpito da tensioni, violenze e disuguaglianze – ha detto il Papa – occorre mettere la giustizia alla base della società”. E per operare la giustizia,  bisogna “pensare sempre alla luce della verità e della sapienza”, “interpretare la legge andando in profondità”, e “cogliere il senso intimo della verità”. “Tendere verso la giustizia richiede di poterla amare come una realtà a cui si può giungere solo se si coniugano l’attenzione costante, il radicale disinteresse e un assiduo discernimento”, ha proseguito il Papa.

Il Pontefice ha anche toccato l’importante tema della giustizia riparativa, invitando a guardare alla “giustizia evangelica” perché “non distoglie da quella umana, ma la interroga e ridisegna: la provoca ad andare sempre oltre, perché la spinge verso la ricerca della riconciliazione”.

Il passaggio della Porta Santa, con la visita alla tomba di Pietro, culmine del percorso giubilare, ha concluso una mattinata ricca di grazia.

Per il pomeriggio l’Unione centrale ha organizzato, come evento a latere, una Tavola Rotonda internazionale dal titolo: “Pace e giustizia fra le nazioni. Ordine giuridico e ordine morale”. Ospiti di altissimo livello si sono avvicendati per dare il proprio contributo di riflessione su un tema così tremendamente attuale. Argomenti che sono ormai diventati, nel dibattito pubblico e privato, estremamente divisivi, sono stati invece trattati da tutti i relatori con competenza, garbo e finezza di pensiero non comuni. Infine, forti e perentorie le parole di Giovanni Maria Flick: andrebbe sostituita, ha detto, l’abusata frase latina “si vis pacem para bellum” con l’unica oggi concepibile: “si vis pacem para pacem”. Per il Presidente emerito della Corte Costituzionale, che più che una relazione ha voluto rendere la sua “testimonianza di giurista e di cattolico”, non possono esistere guerre giuste, e ha ricordato lo stesso strenuo impegno per la pace già di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, il primo proveniente da un Paese che la guerra l’ha subita e l’altro da una Nazione che la guerra l’ha fatta.

Una giornata memorabile, a cui è stato bello partecipare, e soprattutto partecipare insieme a soci di tutte le Unioni d’Italia, per riscoprire il senso dell’essere giuristi cattolici oggi.

UGCI di Vasto

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