lunedì, Novembre 17

A Vasto il brodetto porta il 43% dei visitatori

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Un turista su due viene in città per gustare i prodotti tipici e tra questi spicca il piatto “principe” della cucina locale, il brodetto alla vastese.  Non una “zuppa di pesce” qualsiasi, ma una tradizionale preparazione marinara, regolata e tutelata dall’Accademia italiana della cucina, con un suo disciplinare,  i cui ingredienti principali sono: pesce fresco di paranza pescato nel medio Adriatico, pomodori maturi, olio extravergine di oliva, aglio, peperone dolce fresco o peperoncino piccante, acqua e sale quanto basta. Non sono ammessi ingredienti estranei alla tradizione: la ricetta deve preservare l’identità culturale e gastronomica.

E proprio il brodetto – cucinato e portato a tavola in un tegame di terracotta largo e basso  – è stato ieri al centro del convegno celebrativo del decennale della delegazione vastese dell’Accademia italiana della cucina (Aic), un evento che ha radunato nella Pinacoteca di Palazzo D’Avalos,  accademici ed esperti del settore.

A dare il via al simposio, dedicato a Pino Iubatti, autore della ricetta originale del brodetto alla vastese,  è stato il suono della campanella di Adri Cesaroni, delegato Aic, che ha spiegato le finalità del sodalizio e di come sia cresciuto in questi dieci anni di vita.

“Per decenni abbiamo creduto che il brodetto fosse il piatto solo di Vasto, in realtà ognuno lo declina a modo suo”, ha rimarcato Nicola D’Adamo, giornalista e appassionato di storia locale che ha moderato l’incontro, “sotto la città esiste una ricca falda le cui acque sono state, nel corso degli anni, intercettate e accumulate in grandi vasche dagli ortolani che le hanno utilizzate per le loro colture, tra cui il pomodoro che viene usato per il brodetto”. 

L’assessore Nicola Della Gatta, presente insieme alla vice sindaca Licia Fioravante,  ha incentrato il suo intervento sull’impatto del turismo enogastronomico, ricordando come negli anni passati, durante il primo mandato amministrativo dell’ex sindaco Luciano Lapenna (2006-2011), era stato promosso un percorso di valorizzazione con l’istituzione del mese del brodetto. L’iniziativa ebbe ricadute positive, ma i ristoranti praticarono prezzi troppo alti. 

“Questo non è un semplice convegno”, ha esordito il delegato della giunta Menna, “ma una operazione di riconnessione al territorio. Vasto ha la possibilità di intercettare vari turismi, ma quello enogastronomico ha sicuramente un grande impatto. I dati relativi a settembre 2024 parlano di una percentuale del 43%, che rappresenta  circa la metà dell’ingresso turistico rispetto alle altre forme di accesso. Il turismo enogastronomico si conferma quindi un importante asset strategico, proprio per questo nei bandi regionali si è andata a costruire una proposta progettuale su “brodetti e contorni”. Ma quale brodetto si promuove? In tutta la nostra Costa dei Trabocchi quando si parla di brodetto si fa riferimento a quello alla vastese, che non è un piatto ricercato, non è una zuppa di pesce qualsiasi, ma ha una sua storia: è il simbolo della capacità di incontro tra la cultura marinara e quella dei nostri contadini. La terra che si unisce al mare”, ha concluso Della Gatta. 

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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