
Più che di processo dovremmo parlare di processi, ne furono infatti 13 che si svolsero a partire dal 20 novembre 1945 fino al 1° ottobre 1946 finalizzati a giudicare gli alti gerarchi nazisti sopravvissuti. I giudici erano appartenenti alle quattro nazioni vincitrici: USA, URSS, Gran Bretagna e Francia.
Come nacque l’idea di un processo?
Era il novembre 1943 quando durante la terza conferenza tripartita che si tenne a Mosca, i tre ministri degli esteri di USA, URSS e Gran Bretagna decisero che alla fine della guerra ci sarebbe stato un processo per crimini di guerra e contro l’umanità. Nelle conferenze successive tenutesi a Teheran (1943), Jalta (1945) e Potsdam (1945) si trovò l’accordo sulle modalità.
Perché proprio Norimberga?
Nonostante i sovietici avrebbero voluto celebrarlo a Berlino, città sotto il loro controllo, si scelse Norimberga, che ricadeva sotto l’influenza americana, per motivi simbolici e logistici. La città di Norimberga, insieme a Monaco e Berlino, era una città simbolo del nazismo. Qui il partito ogni anno teneva la sua festa nazionale, qui furono emanate le leggi razziali e qui fu conservata la Sacra Lancia di Longino dopo essere stata trasportata da Vienna. Inoltre la città aveva il palazzo di giustizia ancora praticamente intatto a cui era annessa una prigione.
I capi di imputazione
Furono quattro i capi di imputazione per gli alti gerarchi nazisti sopravvissuti:
- Cospirazione, la premeditazione e definizione di un piano per commettere gli altri tre crimini;
- Crimini contro la pace per avere diretto guerre d’aggressione contro altri Stati;
- Crimini di guerra per aver ripetutamente violato il diritto internazionale bellico contenuto nella convenzione dell’Aja del 1907;
- Crimini contro l’umanità, per aver commesso atti atroci contro interi gruppi etnici.
Il primo processo
Fu quello più importante. Si svolse dal 20 novembre 1945 al 31 agosto 1946. Vide dietro la sbarra 21 alti gerarchi nazisti con condanne esemplari. Ma non tutti i responsabili nazisti furono processati perché alcuni si erano già suicidati (Hitler, Himmler, Goebbels) mentre altri lo fecero prima dell’esecuzione della condanna (Goring).
I processi di Francoforte
Quelli di Norimberga furono processi in cui i vincitori della Seconda guerra mondiale giudicarono gli sconfitti. Successivamente, e per molto tempo, i tedeschi aveva sepolto sotto il nascente boom economico il loro passato. Molti nazisti complici della Shoah avevano ripreso le loro vite pre-belliche fino a quando il procuratore generale dell’Assia (Germania Ovest) Fritz Bauer, di origine ebrea, avviò un’indagine per rimuovere il silenzio che era calato sui crimini commessi dai nazisti di seconda linea. Bauer effettuò ricerche per cinque anni, dal 1958 al 1963, che sfociarono in un processo che durò 20 mesi, che vide imputati 22 ufficiali delle SS e che si concluse con 17 condanne tra cui 6 ergastoli.
Seguirono altri due processi, uno dal 1965 al 1966 e l’altro dal 1967 al 1968.
Il valore simbolico dei processi di Francoforte
Anche se i tre processi si conclusero con pene più basse di quelle attese, furono di grande importanza perché inchiodarono i tedeschi alle loro responsabilità storiche e squarciò per sempre la coltre di silenzio che era calato in Germania sulla Shoah.
Da Norimberga alla Corte Penale Internazionale
Norimberga gettò il seme per l’istituzione di un tribunale internazionale chiamato a giudicare i crimini di guerra e contro l’umanità di cui sono accusati singoli individui, un seme che fiorì 43 anni dopo quando nel 1998 venne istituita, con lo Statuto di Roma, la Corte Penale Internazionale (CPI) che divenne operativa nel 2002 quando fissò la sua sede a L’Aja, nei Paesi Bassi. Al momento hanno aderito alla CPI 124 Stati che si impegnano, se individuati sul proprio territorio, a consegnare alla Corte i soggetti verso cui la stessa ha emesso un mandato di cattura internazionale. La CPI è assurta alle cronache recenti con il caso Al Masri in Italia e Netanyahu in Ungheria. E’ da evidenziare che le grandi potenze mondiali quali Usa, Russia, Cina e India non aderiscono alla Corte Penale Internazionale, a queste si aggiungono altri paesi come Israele, Iran, Egitto, Arabia Saudita e Turchia.
La CPI non va confusa con la Corte di Giustizia Internazionale (CGI) che è un organismo dell’ONU chiamata a risolvere controversie tra Stati.
Laura Del Casale














